Carte bollate, “rimpalli” politici e fantasie quasi trentennali: in attesa che possa diventare presto un resort a cinque stelle (e sarebbe forse la fine di un incubo...
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In particolare, i cartelli di pericolo sono stati posizionati lungo la cancellata che si affaccia su via Benedetto Brin. Una vera novità da quelle parti e dopo lo sgombero (alla fine degli anni '90) di numerose famiglie di sfrattati, ammassati dal comune di Brindisi dal 1978 dopo aver chiesto l'uso dei locali, in comodato gratuito, alla Regione Puglia.
Ebbene, questi cartelli arrivano così a quasi trent'anni di distanza da quell'esodo di massa che, liberando il collegio navale, ha visto contrabbandieri ed altri personaggi della malavita locale affollare poi il quartiere Sant'Elia. Come se in tutto questo tempo tale struttura (che da via Cicirello e via Brin degrada man mano verso il porto e il Seno di Ponente) non fosse mai stata interessata a crolli o a visite che hanno interessato un esercito di persone.
Memori, e a loro rischio, di passeggiare tra topi, ragni, immondizia varia, crepe e arbusti selvatici di ogni natura, cresciuti a dismisura tra i vari locali che una volta ospitavano cadetti militari e ospiti di lusso, come il cantautore Sergio Endrigo. Finito a Brindisi nel 1948 insieme ad altri profughi cacciati nel dopoguerra dall'Istria.
Quindi, a distanza di tanto tempo, finalmente qualcuno si è accorto che girovagare tra stanze e sotterranei del collegio navale può essere molto pericoloso. Ma, per evitare una possibile disgrazia, non basta (forse) limitarsi a mettere a vista dei segnali di pericolo quando gran parte di quell'area è una groviera.
Per esempio, lungo la scalinata principale del “Tommaseo” si può accedere facilmente dal lungomare Americo Vespucci, e questo lo sanno bene studenti ed altri giovani che usano i “buchi” realizzati nella rete di protezione per introdursi anche nottetempo. Specialmente durante il periodo estivo. In merito, nonostante dicerie di ogni genere su quegli ingressi, mai nessun controllo delle forze dell'ordine ha chiarito cosa avviene all'interno di quelle numerose stanze e i vari piani che caratterizzano l'imponente e fatiscente struttura. Anche quando da quelle parti si è parlato della presenza di sette sataniche.
Oggi, non tralasciando l’idea di un grande resort a cinque stelle o comunque di una destinazione turistica, la novità è rappresentata solo dalla presenza di questi cartelli. Un costo che equivale a spiccioli di euro rispetto a quanto la “fantasia” ha regalato per anni dopo lo sfratto delle famiglie: un progetto che nel 2006 prevedeva una sede dell’Università di Brindisi e che 4 anni dopo (nel 2010) vedeva la Provincia voler trasferire tre istituti superiori (l’industriale Majorana, il liceo scientifico Fermi e il commerciale Marconi). Accordo, quello scolastico, ripreso e ancora una volta svanito nel 2013 tra Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia