“Tutti a processo”. Ribadendo le medesime accuse formulate con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, il pm di Brindisi, Luca Miceli, ha chiesto il...
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Affronteranno l’udienza preliminare a fine giugno, dinanzi al gip Stefania De Angelis, oltre a Catanzaro, il marito Francesco Rizzo (che ha lasciato i domiciliari), e altre sette persone, Giuseppe Conte, Addolorata Catanzaro (che ha reso interrogatorio al pm al fianco del suo avvocato Giancarlo Camassa), Stefania Casciaro, Anna Casciaro, Lucia Borrelli, Anna Picoco e Giuseppa Catanzaro.
I reati contestati sono l’associazione per delinquere, nell’ambito del quale a Paola Catanzaro (già Paolo, alias “il mistico” o Sveva Cardinale) viene dato ruolo di promotore, capo e organizzatore del sodalizio con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle vittime. Poi c’è la truffa, che avrebbe consentito a Paola di incassare “grosse somme di denaro”, almeno 4 milioni di euro in totale, per evitare disgrazie varie o per finanziare “la diffusione del messaggio evangelico”. In questo contesto si inquadra il progetto che sarebbe dovuto consistere, afferma il pm, nella “realizzazione e diffusione nel mondo di croci”.
A “Sveva” viene anche contestata l’evasione fiscale: non avrebbe dichiarato elementi attivi di reddito per complessivi 200mila euro, evadendo così le imposte dirette per circa 80mila euro. Insieme al marito avrebbe poi compiuto azioni tali da “rendere in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva su una polizza di importo di 44mila euro”.
Dieci le persone offese che potranno costituirsi parte civile, al fianco degli avvocati Mario Guagliani, Antonio Falagario e Carmelo Piccolo.
Quanto a Catanzaro: “Ha catalizzato su di sé le speranze, le credenze, le debolezze delle persone offese e ha coordinato le attività di proselitismo, di accerchiamento e coinvolgimento psicologico delle vittime poste in essere con l’ausilio dei suoi sodali che eseguivano i suoi ordini, mettendosi a disposizione per il conseguimento degli scopi del sodalizio”, scriveva il gip Giuseppe Biondi di Catanzaro, donna dopo aver cambiato sesso, nell’ordinanza di custodia cautelare.
“Senza le millantate doti mistico-religiose di Catanzaro, le citazioni bibliche, i messaggi di improbabile genesi celeste, le profezie di sventure e le presunte condotte salvifiche – precisava inoltre il gip – non sarebbe stato possibile il raggiro per anni perpetrato in danno delle persone offese”. Gli altri avrebbero assecondato “agli occhi degli adepti e fedeli le false doti mistico – religiose, favorito la capacità di suggestione e manipolazione” avrebbero aiutato Catanzaro “nella raccolta del denaro consegnato dalle vittime che credevano fosse destinato alla realizzazione di opere caritatevoli e messianiche”.
Due delle persone indagate hanno collaborato. Tutti avrebbero fatto parte della presunta associazione per delinquere e avrebbero compiuto delle truffe “con l’aggravante di aver cagionato alle persone offese un danno patrimoniale di rilevante gravità e di aver ingenerato nelle persone offese il timore di pericoli immaginari”. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia