Gli interventi strutturali e organizzativi annunciati dai vertici dell’Asl e dell’ospedale Perrino, mirati alla risoluzione di problemi cronici e contingenti che...
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«L’unico atto di onestà da compiersi, qualora non si riesca a dare risposte immediate ai problemi denunciati che hanno implicazioni di natura sociale – attaccano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Antonio Macchia, Antonio Castellucci e Tonino Licchello - sarebbe quello delle dimissioni dei vertici Asl, anche nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione che nel suo precetto prevede espressamente “la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”». Prima di arrivare alla formulazione della pesante richiesta, i sindacalisti spiegano i motivi per i quali non si può più attendere che le cose volgano al meglio, secondo le previsioni fatte più volte dalla dirigenza. «Non è concepibile che si faccia passare l’idea che il riordino ospedaliero possa coincidere con l’aggiunta di qualche posto letto in assenza di alcun criterio a monte, così come non è ipotizzabile allargare qualche stanza pensando di intervenire strutturalmente sul problema logistico. Vero è che il piano di riordino ospedaliero penalizza fortemente il nostro territorio: a fronte di numerose chiusure, ad esempio, non si è giunti alle corrispondenti attivazioni di nuovi posti letto in linea con quanto previsto con il Dm70 (3,70 posti ogni 1000 abitanti) e con la media regionale che si attesta al 3,4 per 1000. Il punto è un altro: siamo giunti al paradosso che si sta chiedendo la corretta applicazione del piano atteso che, facendo un calcolo tra i posti letto dismessi e quelli non ancora attivati, si registra un ulteriore taglio di circa 150 unità, abbassando il rapporto dal previsto 2,7 al 2,1. In sostanza, l’Asl sta solo dismettendo ospedali e servizi, senza procedere ad attivare quanto previsto dallo stesso piano».
I segretari puntano il dito contro la presunta assenza di programmazione a lungo termine da parte del management e contro le promesse attivazioni che vorrebbero, secondo Macchia, Castellucci e Licchello, nascondere i problemi reali.
Il Nursind, invece, si concentra sulla carenza di personale che mette a repentaglio la sicurezza tanto degli utenti quanto degli operatori. «Contestiamo – spiega il segretario Carmelo Villani - un sistema sanitario provinciale che riteniamo sottodimensionato, sottofinanziato e deficitario. Dopo le segnalazioni pervenuteci dalla Nefrologia del Perrino, dalla Pediatria/Nido di Francavilla Fontana, dal blocco operatorio e dal servizio di Anestesia, dalla Cardiologia, dalla Medicina, dalla Geriatria e da molti settori di ogni presidio ospedaliero, abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto da parte dei professionisti della Chirurgia Vascolare, dove due infermieri devono sobbarcarsi attività assistenziali che richiederebbero la presenza del doppio di unità, essendo state attivate due stanze di degenza assimilabili a terapia subintensiva. Ciò aggravato, oltretutto, dall’assenza di operatori di supporto».
Portato l’ennesimo esempio, il Nursind denuncia una sorta di strategia che mira a spostare i problemi senza affrontarli. «La coperta - conclude Villani - è corta, il definanziamento della sanità pubblica è palese, la sostenibilità del sistema sanitario è minata da diversi fattori ma ciò non può ricadere sulle spalle di cittadini e operatori. Per questo motivo chiamiamo alla mobilitazione tutti i professionisti sanitari oltre che i cittadini a difesa della sanità pubblica provinciale». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia