Cabine telefoniche addio: via libera alla rimozione in città

Cabine telefoniche addio: via libera alla rimozione in città
Vecchie e care cabine telefoniche: l’addio scatta anche a Brindisi dopo che Tim non è più obbligata a garantire il servizio pubblico. Una decisione presa...

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Vecchie e care cabine telefoniche: l’addio scatta anche a Brindisi dopo che Tim non è più obbligata a garantire il servizio pubblico. Una decisione presa dall’Authority delle comunicazioni e che ha trovato d’accordo quasi tutti gli operatori del settore sull’ipotesi smantellamento. 

I cimeli del passato


In città sono poche le postazioni rimaste e che progressivamente saranno rimosse: due in Piazza Cairoli (si tratta di box aperti) e la classica cabina in vetro in viale Commenda. Resteranno comunque dove non arriva la copertura della rete mobile (come nei rifugi di montagna) e in ospedali, caserme e carceri. 
Nessuno le cerca più da quando i telefonini fanno parte integrante della vita di ogni persona, tanto da sembrare come ingombranti fantasmi lungo quei marciapiedi dove ancora sono presenti. 
Cimeli di un passato che hanno permesso a milioni di italiani di restare in contatto con i propri cari e a tanti fidanzati che hanno attraversato gli anni ‘60, ‘70, ‘80 e ‘90, di costruire amori grazie a un gettone, a piccole monete e poi a schede magnetiche. 


Con la paura di trovare file interminabili davanti a quella cornetta o qualche guasto. Ricordi che mettono in conto anche tanti scherzi quando il numero del chiamante non era ancora visibile. Dopo il boom economico e la significativa crescita delle chiamate interurbane, il sistema telefonico nazionale vide nascere la Sip (Società per l’esercizio telefonico) che al quartiere Santa Chiara divenne un punto strategico della comunicazione locale grazie alla nascita di alcuni edifici tra via Villafranca e via San Giovanni Bosco, ancora presenti con in cima alcuni trasmettitori, di cui uno è stato privatizzato ultimamente. La società divenne poi Telecom Italia nel 1994. Erano anni in cui nascevano anche i primi accessori come il fax, la segreteria telefonica, il vivavoce o il cercapersone. Da non dimenticare poi, in via XX Settembre (nel cuore del centro storico) anche una postazione pubblica che era presa d’assalto nel corso dell’estate grazie anche alla presenza di molti turisti. 

Le cabine nella storia


All’interno potevi trovare anche gli elenchi telefonici di tutte le province italiane. Poi, con l’arrivo dei cellulari e man mano delle tariffe a basso costo, l’addio alle cabine iniziò a diventare sempre più tragico. 
Già nel 2010 l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) aveva dato il via libera alla Telecom per procedere alla rimozione dei telefoni pubblici in eccesso, deturpati o utilizzati, come denunciato anche a Brindisi, come luogo per una discarica di rifiuti. Era il gennaio del 2017 quando in via Appia lo scempio delle vecchie cabine (martoriate e prese d’assalto dalla violenza urbana) non avevano più alcun significato per rimanere a disposizione di un’utenza che non esisteva più già da tanto.
Anche l’arrivo delle schede magnetiche aveva fatto credere che la tecnologia fosse proprio definitivamente arrivata, tant’è che i gettoni smisero di circolare, sostituiti da quei “pezzi in plastica” che andavano a ruba tra i collezionisti. 


Poi arrivarono i telefonini e la storia della comunicazione cambiò ancora e sempre più a discapito delle vecchie cabine che in alcune città divennero addirittura piccole biblioteche di “book crossing”, in cui prendere o lasciare libri in prestito: le cosiddette “biblio-cabina”. Che fine farà la cabina box di viale Commenda, forse l’ultima rimasta in piedi per le strade della citta? Intanto, ai nostalgici porta in mente chissà quanti ricordi.

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Quotidiano Di Puglia