Xyella, gli agricoltori brindisini pronti a protestare a Bari

Xyella, gli agricoltori brindisini pronti a protestare a Bari
Agricoltori brindisini pronti a manifestare a Bari contro la Regione: al centro delle proteste le incertezze sulle misure attuate per difendere il territorio dalla xylella. Le...

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Agricoltori brindisini pronti a manifestare a Bari contro la Regione: al centro delle proteste le incertezze sulle misure attuate per difendere il territorio dalla xylella. Le associazioni di categoria territoriali, Cia, Confagricoltura, Copagri, insieme ai rappresentanti di decine di cooperative agricole, in queste ore stanno organizzando la mobilitazione, che potrebbe già svolgersi martedì 21 marzo, prima data della convocazione del consiglio regionale.


Avviate le procedure per le richieste di autorizzazioni al corteo, si stanno già predisponendo le adesioni alla manifestazione: i pullman partiranno dal brindisino in direzione di via Capruzzi, sede del consiglio regionale, dove ci sarà la richiesta di un confronto con le istituzioni sul grave problema. Timori che nascono, anzi aumentano, dopo gli ultimi focolai accertati nel territorio brindisino, tagliato in maniera longitudinale, tanto a nord quanto a est, dai nuovi contagi. Cinque a Carovigno, a poche centinaia di metri dalla riserva di Torre Guaceto, 17 a Francavilla Fontana, 3 a Ceglie Messapica e 34 a Oria. A questi numeri si aggiungono anche i 4 alberi infetti ritrovati nel capoluogo.
Protestano gli agricoltori ed in questa fase trovano il supporto anche delle amministrazioni locali. Dopo l’albero infetto scoperto sulla strada statale 379, è stata l’area di Carovigno, la zona più a Nord dove è emersa la presenza del batterio.

L’eradicazione, almeno in questo territorio (zona di contenimento), dovrebbe avvenire entro la prossima settimana solo sulle piante colpite dalla xylella. I cinque alberi scoperti a Carovigno, si trovano nello stesso terreno, in contrada Bufalaria, dove fu ritrovato il primo focolaio il 23 gennaio scorso. In contrada Barone a San Vito dei Normanni, invece, c’è stato un unico caso, quindi, isolato di infezione, scoperto quasi due mesi fa. L’amministrazione comunale di Carovigno, intanto, con l’assessore all’agricoltura Francesco Sbano, invita la Regione a confrontarsi in fretta ed ad ascoltare le preoccupazioni degli agricoltori, perché alle porte ci sarebbe un’altra criticità da fronteggiare. «Intervenire subito con le misure adeguate. Le temperature calde diventano un nuovo nemico per le piante, perché stimolano il ciclo biologico vitale dell’insetto. Occorre quindi ridurre il numero dei vettori, della sputacchina. Ancora il ciclo è rallentato: se la temperatura, però, dovesse alzarsi in tempi brevi, l’insetto vettore, inizierebbe a svilupparsi, e – dichiara l’assessore Sbano - potrebbe aumentare la probabilità d’infezione. E’ fondamentale sviluppare le buone pratiche agricole in questo periodo, ad iniziare dal togliere l’erba infestante».


Terra degli ulivi millenari, quella che caratterizza una lunga fascia costiera da Carovigno a Monopoli, che ormai da alcuni mesi vive con l’incubo che il contagio possa diffondersi rapidamente, ed attaccare un patrimonio unico non solo in Puglia, caratterizzato da migliaia di esemplari plurisecolari. Di qui la mobilitazione delle associazioni di categoria e delle amministrazioni locali per i riflessi drammatici che l’infezione potrebbe determinare su numerosi comparti dell’ economia locale. «Molte cooperative con l’assenza del prodotto rischierebbero la chiusura; posti di lavoro che verrebbero meno. E poi l’aspetto paesaggistico e turistico sarebbe intaccato fortemente- dichiara Francesca Sbano- per questo sosteniamo tutte le forme di proteste pacifica che servano a sensibilizzare la Regione sul problema. Forse in passato si è sottovalutato, e troppo, la gravita della vicenda». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia