Sempre lo stesso copione, una sceneggiata alquanto credibile che in realtà altro non è che una truffa in danno di persone indifese: squilla il telefono in casa di...
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Qualcuno gli crede, qualcun altro no e fortunatamente fa scattare l'allarme. E' così che è iniziata una inchiesta dei carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni che sono riusciti ad andare oltre alla risoluzione dei singoli casi e a individuare una organizzazione strutturata, con sede a Napoli e diramazione operativa (per le vicende narrate) nel Brindisino. Ieri mattina all'alba è scattato il blitz: sei persone sono state arrestate, due condotte in carcere e quattro ai domiciliari. Si tratta di Alessio Scialò, di 28 anni; Fortunato Rivieccio, di 20 anni; Emmanuele Vitulli di 30 anni; Emanuele Limatola, di 24 anni; Vincenzo Siano, di 42 anni; Arnaldo Abete di 22 anni. Sono tutti di Napoli o del circondario. Scialò e Riveccio, per l'accusa, sarebbero i partecipi dell'associazione per delinquere, insieme ad un'altra persona non identificata. Le indagini sono state condotte dai militari dell'Arma su delega del pm Alfredo Manca. A firmare l'ordinanza di custodia cautelare il gip Maurizio Saso. Non è stata una inchiesta facile. La prima in Puglia, la seconda in Italia che si occupa di dare una lettura organica a una serie di raggiri che potevano apparire isolati, privi di alcun legame per quanto fossero fotocopia. È stata possibile grazie all'analisi di tabulati e filmati. E' stata avviata sulla base della denuncia delle vittime di 14 tentate truffe. Altri 10 episodi, andati invece a segno, sono stati poi ricostruiti in seguito. I proventi, per fatti accaduti dall'aprile al dicembre 2019, sono stati stimati in 25mila euro.
A quanto ricostruito a Napoli c'erano i telefonisti che si occupavano di passare al setaccio le zone prescelte e di individuare le vittime più vulnerabili. I presunti truffatori si spacciavano per carabinieri, avvocati o corrieri e inventando incidenti stradali o finte consegne di merce chiedevano denaro a persone anziane che, pur di aiutare i propri figli e parenti finiti nei guai, consegnavano i soldi o anche oggetti di valore. In un caso una delle vittime ha versato 12mila euro. I fatti si sono verificati in diversi comuni del Brindisino: Ceglie Messapica, Latiano, Fasano, Ostuni, San Pancrazio Salentino e San Vito dei Normanni.
Sul posto c'erano poi almeno due persone pronte ad entrare in azione personalmente. Utilizzavano per comunicare sim usa e getta, intestate di volta in volta a diversi cittadini extracomunitari. Alcuni dei componenti del gruppo avrebbero anche affittato un bed&breakfast per prolungare la permanenza nel Brindisino e agire in più riprese, sì da riuscire ad accumulare un guadagno sufficiente a ripagare la trasferta. Anche per garantirsi la possibilità di meglio osservare le vite private della gente, ed agire a colpo sicuro con tanto di nomi e cognomi di nipoti e figli da tirare in ballo. La nota positiva dell'intera vicenda è stata la prontezza nel denunciare, soprattutto da parte di quanti erano riusciti a sventare la truffa. Gli investigatori hanno fatto il resto. In occasione degli arresti di ieri sono state eseguite perquisizioni: sono stati trovati documenti, sim card ma non un solo centesimo. Saranno naturalmente eseguiti anche accertamenti bancari nel tentativo di recuperare parte delle somme sottratte e restituirle agli anziani derubati. E di individuare anche altri componenti del gruppo che potrebbero aver colpito anche in altre circostanze. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia