Dopo le lapidarie esternazioni del responsabile delle Risorse Umane di Leonardo Domenico Braccialarghe sulle problematiche dell'indotto legato alla ex Agusta, rese nel corso...
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Stando a quanto hanno riferito i sindacalisti brindisini che lunedì hanno preso parte al Coordinamento, quando è stato tirato fuori il problema di tutti i lavoratori delle aziende che fino ad ora hanno lavorato per la ex Agusta, il numero due di Leonardo avrebbe, per nulla velatamente, chiarito che tutto quanto Leonardo può fare al suo interno con la propria forza lavoro, lo farà e che si ricorrerà ad esternalizzazioni solo al bisogno quando i carichi di lavoro saranno in eccesso. Della serie, tanto per essere chiari, che il problema non è certo di Leonardo.
Al momento sono tre le aziende che operano all'interno della ex Agusta: Cmc, Tecnomessapia e Aerostrutture per un totale di circa una cinquantina di lavoratori dei quali una parte è in cassa integrazione e ad un'altra parte non sono stati rinnovati i contratti man mano che sono scaduti.
Oggi è il giorno dell'indotto legato ad Alenia, però. Qui si contano circa 1.200 addetti, dei quali oramai oltre 250 colpiti da ammortizzatori sociali di diverso genere. Oggi c'è l'appuntamento con l'amministratore delegato di Leonardo dove la Regione si presenterà con una delegazione composta oltre che dal presidente Emiliano, anche dal presidente della task-force per l'occupazione Leo Caroli, dall'assessore allo sviluppo economico Capone che alla vigilia del vertice ha detto: «Ci aspettiamo che in questa occasione, sia tenuta nella debita considerazione l'esperienza che queste aziende hanno accumulato nel tempo e l'alta qualificazione professionale che hanno raggiunto. Apprezziamo l'efficienza del nuovo managment di Leonardo, ma chiediamo tempo, il tempo necessario affinchè le piccole e medie imprese possano rigenerarsi e reinserirsi nel mercato».
Eppure, malgrado la posizione espressa dal dirigente Braccialarghe, non si può fare finta che che il processo messo in atto da Leonardo non abbia fatto registrare in breve tempo quasi 250 esuberi su 1.200 addetti. Numeri contati sia da Confindustria che dai metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil e che rischiano di aumentare in maniera vertiginosa entro la fine dell'anno quando tutte le commesse saranno scadute.
Né Leonardo può fare finta di non aver sottoscritto contratti di programma con la Regione che, a fronte di finanziamenti pubblici ricevuti, impegna la società al mantenimento dei livelli occupazionali.
La data dell'incontro con Moretti è arrivata e di questo l'ad dovrà essere disposto a parlare con il presidente della Regione Puglia. Tutto starà a scoprire se il numero uno di Leonardo sarà disposto a concedere il tempo di cui parla l'assessore Capone. Tempo che la Regione non quantifica, ma che, stando ai bene informati, non dovrebbe essere inferiore a due anni. Due anni per consentire alle piccole e medie imprese di rigenerarsi reinventarsi e ricollocarsi sul mercato. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia