Banchine sbloccate, rinascono le Sciabiche

Banchine sbloccate, rinascono le Sciabiche
C’è aria di rinascita dalle parti delle Sciabiche. L’omonima associazione culturale, costituitasi dopo la concessione che affidava la gestione delle banchine a...

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C’è aria di rinascita dalle parti delle Sciabiche. L’omonima associazione culturale, costituitasi dopo la concessione che affidava la gestione delle banchine a due enti e composta dai pescatori che da generazioni popolano la zona, è pronta a far rivivere gli antichi fasti al primo insediamento abitativo di Brindisi dopo alcune vicissitudini legali che hanno visto dare ragione agli attivisti.

«L’associazione “Le Sciabiche” - afferma il presidente Giovanni Destino – si è costituita per richiedere la concessione delle banchine che da generazioni rappresentano il luogo in cui si svolge gran parte del nostro lavoro, della nostra vita e di quella delle nostre famiglie. Ora che abbiamo ottenuto la concessione quadriennale per la gestione dell’area potremo riprendere le nostre attività e proporre delle iniziative culturali per riscoprire il più antico nucleo di Brindisi e condividere col resto della cittadinanza e con i visitatori che arrivano da fuori una parte della città che ha tanto da offrire e raccontare». Tra non molto, i brindisini e i turisti potranno godere di escursioni in barca, di battute di pesca sportiva e di altre attività culturali che hanno lo scopo di promuovere le Sciabiche e la loro ricca storia. «Se queste banchine potessero parlare – dice Destino rivolgendosi al mare – racconterebbero infinite storie. Per comprenderle, però, serve qualcuno che faccia da tramite: noi, che qui siamo nati, cresciuti e vissuti, siamo i “traduttori”. Con le attività che presto offriremo alla cittadinanza e ai visitatori, contribuiremo a rispolverare l’antico fascino delle Sciabiche».
 
Le vicissitudini delle Sciabiche sono iniziate quando due enti ottennero la concessione per la gestione delle banchine, interrompendo, a dire dell’associazione, le attività che da secoli si sono svolte da quelle parti tra terra e mare. «Quando le banchine furono affidate a questi soggetti ci fu promesso che una parte della zona sarebbe stata lasciata a noi per poter continuare a lavorare. Dopo un po’ le condizioni cambiarono e ci fu chiesta la corresponsione di una quota che abbiamo giudicato troppo onerosa». La situazione è cambiata il 18 gennaio 2016, quando i concessionari delle Sciabiche liberarono l’area. «Il giorno dopo avviammo tutte le pratiche per ottenere noi la concessione: ci costituimmo in associazione e inoltrammo la richiesta alle autorità competenti. In questo tempo, stando alla legge, avremmo dovuto liberare le banchine fino al conseguimento dei permessi: smantellare tutto per poi rimettere a posto era un’operazione molto onerosa, per cui abbiamo cercato un modo per evitare questi costi».

In questo frangente, però, una denuncia per occupazione abusiva di suolo demaniale ha imposto un brusco stop al processo in corso. «La Guardia di Finanza ha acquisito tutti i documenti: davanti al giudice siamo riusciti a dimostrare le nostre intenzioni, facendo decadere la denuncia penale e ricevendo solamente una sanzione amministrativa». Ora che tutto questo è alle spalle, si può guardare al futuro. «Riprenderemo presto le nostre attività: siamo gente che vive di mare, siamo “sciabicoti”. Continueremo a pescare e contribuiremo fattivamente a preservare le Sciabiche e a condividerne la storia e l’essenza grazie a una serie di attività che stiamo già mettendo a punto: organizzeremo battute di pesca sportiva, lezioni di voga, di pesca, escursioni turistiche e passeggiate in mare». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia