“Cartelle pazze" Arneo: gli agricoltori presentano un esposto in Procura

Una delle foto allegate all'esposto presentato in Procura
Non c’è pace per gli agricoltori che in questi giorni stanno ricevendo i solleciti di pagamento da parte del Consorzio speciale per la bonifica dell’Arneo per...

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Non c’è pace per gli agricoltori che in questi giorni stanno ricevendo i solleciti di pagamento da parte del Consorzio speciale per la bonifica dell’Arneo per saldare il tanto contestato tributo 630, ossia il costo del “beneficio ricevuto per la difesa idraulica dei terreni”, relativo all’anno 2018. La protesta degli agricoltori è che i loro terreni non hanno mai ricevuto nessun beneficio dal Consorzio. Però sono costretti a pagare una tassa che ritengono illegittima. Da qui la protesta e un fiume di iniziative che scorre in tutto il Salento investendo le istituzioni, molte delle quali sono sorde a questa querelle.

I due fronti della battaglia legale

Solo alcuni mesi fa c’è stato un esposto, depositato in Procura, da parte di Confindustria Brindisi. 
L’associazione degli imprenditori, infatti, ha inviato un dossier alla Procura corredato da foto e documentazione di prima mano, in cui si sono paventati una serie di reati che il Consorzio dell’Arneo avrebbe commesso con l’imposizione e l’incasso del tributo 630. Inoltre, c’è la class action promossa da circa mille utenti, difesi dall’avvocatessa Stefania Pasimeni di Mesagne.

Il silenzio della Regione

Dall’altra parte c’è il nulla legislativo. La Regione, l’unica che potrebbe far sentire la sua voce in Parlamento, al momento è assente. Eppure una sentenza della Corte costituzionale, la 188/2018, ha chiarito che “nel caso dei contributi consortili di bonifica, il beneficio per il consorziato-contribuente deve necessariamente sussistere per legittimare l’imposizione”. Pertanto nonostante l’esposto in Procura, la class action, i chiarimenti della Corte costituzionale resta per i contribuenti la realtà degli avvisi di pagamento, dove o si paga entro 15 giorni dal ricevimento dell’avviso oppure il Consorzio dell’Arneo mette in atto le procedure di riscossione coatta con emissione di una “ingiunzione fiscale con l’attivazione delle procedure coattive previste dalla legge con ulteriore aggravio di spese”. 

In molti, alla fine, si arrendono

Davanti a questi “bonari” consigli molti contribuenti pur non avendo ricevuto nessun “beneficio di difesa idraulica dei terreni”, per evitare problemi, pagano la tassa. Altri, però, preferiscono non pagare. Come, ad esempio, il presidente dell’Auser di Mesagne, Vito Marchionna. «Ho sempre pagato tutte le utenze, gas, elettricità, rifiuti, bollo auto, assicurazione, poiché da esse ricevo un servizio – ha spiegato il presidente -, ma dal Consorzio dell’Arneo non ricevo nulla se non problemi poiché i canali, in cui dovrebbe scorrere l’acqua piovana, sono sempre sporchi. Anzi dovrebbe essere l’Arneo a pagarci poiché siamo noi agricoltori a pulire i canali per evitare problemi, come gli incendi di sterpaglia o altro, ai nostri terreni». Attualmente – secondo il consigliere regionale Fabiano Amati - i debiti in capo al Consorzio di Bonifica sono di circa «13 milioni di euro, pari al contributo che la Regione versa all’ente ogni anno».

 

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Quotidiano Di Puglia