BRINDISI - Dolci fatti in casa e frutta raccolta sul posto nell’agriturismo da un milione di euro ubicato a sud della città, ma l’acqua per la ristorazione...
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Il passo successivo è stato quello affidato dai militari al direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Brindisi che ha quindi disposto la sospensione immediata dell’attività di ristorazione.
Al proprietario della struttura è stato ordinato di non preparare pasti prima di aver bonificato l’impianto idrico e di averlo rifornito di acqua potabile certificata. Il fresco della campagna insieme a una distesa di ulivi e poi un cibo che si fonde con l’arte di una cucina che sforna prodotti casarecci: un quadro idilliaco di questi tempi per i turisti che da ogni parte del mondo raggiungono la sempre più quotata Puglia alla ricerca di antiche tradizioni che spesso si incontrano nelle vecchie masserie o agriturismi dislocati tra la campagna e il mare. Anche nella nostra provincia, sono ormai tante le strutture ricettive che forniscono alloggi di ogni genere, spesso muniti di angolo cottura, piscina all’aperto, e con attività che permettono ai clienti di partecipare alla raccolta dei prodotti coltivati nell’agro di appartenenza. Regole disciplinate da leggi regionali e verso edifici già esistenti in azienda e non più utili alla conduzione del fondo.
Nei giorni scorsi, in un agriturismo a sud della città (che vanta sulla carta “bellezze” da un milione di euro) si sono presentati i carabinieri del Nas per procedere a un controllo di natura igienico-sanitaria che nelle scorse settimane ha permesso di passare al setaccio diversi locali della costa al nord di Brindisi.
Due le attività chiuse per le condizioni precarie riscontrate dai militari: una pizzeria a pochi passi dal mare e un laboratorio-pizzeria e preparazione degli antipasti presente nella galleria dell’aerostazione “Papola-Casale”. Questa volta, però, all’interno dell’agriturismo non è stata la precarietà dei locali dove si produce cibo ad allarmare gli esperti del Nucleo antisofisticazione bensì l’approvvigionamento idrico: i militari hanno infatti riscontrato che le varie tubazioni (in uso anche per il confezionamento del cibo) fornivano acqua proveniente da un pozzo artesiano ubicato all’interno della stessa struttura. Se si fa attività di ristorazione, o di preparazione della prima colazione, se quindi si manipolano generi alimentari, occorre infatti dotarsi di un manuale aziendale di autocontrollo igienico sanitario, che la Asl esaminerà. Nel caso specifico, l’autorizzazione sanitaria prevedeva la funzionalità della struttura attraverso un allaccio idrico con l’acquedotto e non con un pozzo artesiano. Così, in attesa di un adeguamento idrico della struttura, è stata disposta la sospensione dell’attività di ristorazione. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia