Mercedes inizia vincendo: al Campione del Mondo De Vries “gara 1” delle monoposto elettriche in Arabia

La Mercedes EQ di De Vries in Arabia
L’Arabia, la nuova Mecca dei motori. In meno di due mesi tutto il gotha del motorsport è sfrecciato nel deserto degli emiri. Ad inizio dicembre la F1 con...

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L’Arabia, la nuova Mecca dei motori. In meno di due mesi tutto il gotha del motorsport è sfrecciato nel deserto degli emiri. Ad inizio dicembre la F1 con l’incandescente sfida fra Lewis e Max. Poi, per due settimane a Capodanno, l’affascinante Dakar e, infine, ieri l’apertura della “stagione 8” di Formula E con tanto di replica oggi pomeriggio quando si disputerà “gara 2”. L’ultimo anno dell’attuale era tecnica è iniziato come era finito il precedente. Il campione del mondo in carica, l’olandese Nyck De Vries, è sempre più nella scia del connazionale Verstappen e si è imposto con decisione nell’E-Prix inaugurale precedendo il compagno di squadra Stoffel Vandoorne che era scattato dalla pole position, ha condotto in testa la prima parte della gara, arrivando in scia.

Per la Mercedes, che sta ancora digerendo la sconfitta amara del Re Nero in F1, è una doppietta entusiasmante che fa ben sperare per confermare i titoli Piloti e Costruttori nel Campionato cittadino riservato alle monoposto elettriche. Per Nyck prosegue il momento magico. Dopo essere stato campione di F2 nel 2020 e di FE nel 2021 ora può puntare al bis perché la casa di Stoccarda ha confermato di avere la monoposto più in forma, almeno dal punto di vista della gestione dell’energia che è la vera sfida della FE. De Vries, in realtà, ha all’orizzonte il sogno proibito di tutti i piloti ora in circolazione. Con la promozione di Russel sulla Stella, è diventato il driver di riserva delle Frecce e, con Sua Maestà scomparsa nel nulla, potrebbe avere ancora la speranza di sedersi sull’astronave magica se l’inglese veramente si ritirasse.

Lui, anche per scaramanzia, ha detto che sta bene così. La Stella la guida in FE ed è il pilota di riserva della Mercedes in F1 e della Toyota a Le Mans. Non pensate, infatti, che domare una monoposto elettrica sia una cosa facile, richiede uno stile di guida tutto particolare, con poche regolazioni aerodinamiche ed un grosso impegno per recuperare energia. Le gomme, poi, sono completamente diverse, quasi “stradali”, per la larghezza e il battistrada. Antonio Giovinazzi, che nel 2022 corre con la Dragon, lo aveva intuito che non sarebbe stata una passeggiata già dai test di Valencia e ieri ha avuto la conferma partendo in fondo allo schieramento ed arrivando terzultimo. Quest’anno è cambiato il format delle qualifiche, non più in solitaria, ma uno contro l’altro, ad eliminazione.

Sulla griglia si è notata la mancanza dei bavaresi. Sia Audi che BMW hanno detto basta e, molto probabilmente, saranno seguiti nel 2023 anche dalla Mercedes. Quest’anno i team al via sono 11, perché la squadra di Andretti, che schierava le monoposto di Monaco, ha deciso di continuare. La prossima stagione ci sarà l’atteso esordio della Maserati che torna ufficialmente con le ruote scoperte dopo quasi 70 anni. Non è escluso che il terzo pilota della Ferrari, dopo un anno di apprendistato, non finisca a portare una sfida tutta made in Italy. Quarto nel primo E-Prix di Diriyah è arrivato l’inglese Bird con la Jaguar, quinto Di Grassi orfano dell’Audi, sesto l’italo-svizzero Mortara. Opache le DS degli ex campioni Vergne e Da Costa: il francese ha chiuso ottavo, il portoghese si è ritirato. Ancora a secco di vittorie in questa categoria la Porsche che schiera due forti piloti tedeschi, Lotterer (3 volte vincitore a Le Mans) e l’ex F1 Wehrlein.

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Quotidiano Di Puglia