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Più di un secolo di reclusione. Perché nel giro di otto anni – tra il 2010 e il 2018 – le 14 persone condannate in primo grado dal tribunale di Bari avrebbero rifornito di hashish, marijuana e cocaina - di fattura colombiana - le piazze di Andria e dei Comuni limitrofi. Un traffico internazionale che avrebbe arruolato autotrasportatori che facevano la spola tra la Spagna e la Puglia con i loro rimorchi gonfi di droga.
Le indagini della DDA
A scoprirlo sono state le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri e degli agenti della squadra mobile di Bari coordinati dalla direzione distrettuale antimafia barese che, nell’inchiesta denominata “Sfera”, a più riprese hanno compiuto arresti, sequestri di armi e droga oltre a iscrivere nel registro degli indagati complessivamente 170 persone.
Le condanne
La pena più alta, pari a 24 anni di reclusione, è stata inflitta a Filippo Griner 41enne di Andria, già in cella per altri reati e conosciuto in ambienti malavitosi con un soprannome da far tremare i polsi: Tyson. Dodici anni di reclusione sono stati inflitti a Giuseppe Lapenna, quindici a Francesco Nicolamarino, otto a Giuseppe Lapenna, sei a Giuseppe Cafieri, dieci a Riccardo Piarulli, tre a Vincenzo Porro e Luigi Canosa, quattro anni a Nicola Castiglione, Paolo Scarcelli, Raffaele Renna e Vincenzo Sgarra, sette anni ad Alberto Di Bari e undici a Riccardo Quagliarella. L’attività investigativa e le carte processuali hanno ricostruito i rapporti tra il gruppo e altri clan pugliesi, specie con quelli attivi a Bari.
I collaboratori di giustizia
A confermarne gli intrecci, a descriverne gli interessi sono state le confessioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno rivelato anche la presenza in Spagna di una cellula dell’associazione. Una piccola compagine che dalla penisola iberica smistava la droga proveniente dalla Colombia per poi imbarcarla su tir che chilometro dopo chilometro raggiungevano Andria. Lì, hanno scoperto gli investigatori, erano stati individuati locali trasformati in covi in cui stipare cocaina, hashish e marijuana. Nella rete delle forze dell’ordine sono finiti diversi pusher, arrestati mentre vendevano dosi anche ad acquirenti molto giovani. I condannati – secondo quanto stabilito dalla sentenza di primo grado - dovranno risarcire le spese processuali e pagare multe per un totale di quasi 80mila euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA - SEPA
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