Per favorire gli imprenditori Luigi Dagostino e Flavio D'Introno, l'allora pm di Trani Antonio Savasta, in «maniera davvero preoccupante (e desolante) ha costruito...
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Anche per questo il giudice osserva che dalle indagini è emerso «un quadro di malaffare triste e desolante». Secondo il gip, Savasta ha una personalità «oltre che dedita al crimine, certamente pericolosa, in quanto non ha esitato a creare dal nulla false e calunniose accuse nei confronti di privati cittadini, ingiustamente accusati solo per essere stati d'intralcio rispetto alle finalità illecite del D'Introno».
Per quanto riguarda l'allora giudice di Trani Michele Nardi, il gip di Lecce lo definisce una «persona senza scrupoli che utilizza il lavoro di magistrato per spremere il D'Introno ed ottenere quante più utilità possibili». È «sconcertante, tenuto conto che si tratta di un magistrato, come per il Nardi - annota il giudice - sia normale millantare di poter accomodare i processi nel quale è coinvolto D'Introno o cercare di influire sull'esito di processi che lo riguardano». Dalle indagini - annota il giudice - emerge che Nardi «risulta avere una personalità spregiudicata e pericolosa, che ha svenduto la propria funzione e l'ha messa a disposizione di una particolare propensione al crimine, tanto da poter stentare e credere che si tratti di una persona chiamata a svolgere un ruolo così rilevante nell'amministrazione dello Stato». La conclusione del giudice Gallo è che dalle indagini emerge «un quadro di malaffare, tale da rendere triste e desolante constatare di volta in volta con quale spregiudicatezza tre uomini dello Stato (i due magistrati e il poliziotto arrestati, ndr) abbiano abusato con abitudine dei poteri loro attribuiti, senza rispetto alcuno per la legalità e la giustizia, dei quali dovrebbero essere custodi e difensori». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia