«Schiaffeggiata e aggredita con una sedia perché sono trans». Il racconto choc sui social/Video

«Schiaffeggiata e aggredita con una sedia perché sono trans». Il racconto choc sui social
Insultata, schiaffeggiata, aggredita con una sedia. È successo a una donna, Erika Galassi, nel pieno centro di Bisceglie qualche giorno fa, per la sua identità di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Insultata, schiaffeggiata, aggredita con una sedia. È successo a una donna, Erika Galassi, nel pieno centro di Bisceglie qualche giorno fa, per la sua identità di genere (transgender). Erika ha trovato la forza di raccontare tutto su Tik Tok, in lacrime. E il video ha subito fatto il giro del web, diventando virale e arrivando anche su Facebook. Immediata la solidarietà del Comune di Bisceglie e di Arcigay, ma resta la grande paura, raccontata in tre minuti di racconto choc. 

Il racconto sui social

«Sono andata al bar - dice Erika nel video - dove ogni giorno prendo il caffè e un signore ubriaco mi ha insultato pesantemente sulla mia identità. Io entro nel bar, prendo un caffè e lui mi colpisce con un ceffone in faccia, senza motivo, per il gusto di farlo. È ubriaco ma non è una giustificazione. Io ero dentro, lui fuori e cercava di entrare, mi offendeva sulla mia identità. E alcuni ridevano, mi sono sentita umiliata, è stata una cosa orrenda, bruttissima, non mi era mai successa. Quando poi hanno capito che lui stava esagerando, lui mi ha lanciato una sedia. Io ero dietro al bancone del bar e mi ha lanciato un tavolino e una sedia. Mi ha spaccato il vetro dell'auto, con mia mamma disabile all'interno dell'abitacolo. Non c'era alcun motivo. Poi è arrivata la mamma dell'aggressore, e lo ha giustificato. Se avesse avuto un'arma magari ora non sarei neppure qui a raccontare la mia storia. Io che colpa ne ho? Questa gente non può continuare a fare danni alla società. Ho avuto paura che mi facesse fuori. Noi dobbiamo essere tutelate, c'è ancora troppa gente che fa queste cose. Non è una giustificazione il fatto che fosse ubriaco. Non esiste una cosa del genere».

 

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia