Xylella, lo studio dell'Università di Bari: «Serve un'altra strategia. La potenza del contagio già nella prima infezione»

Xylella, lo studio dell'Università di Bari: «Serve un'altra strategia. La potenza del contagio già nella prima infezione»
«Occorre una nuova strategia integrata nel controllo delle infezioni da Xylella», lo ha dichiarato il professore Francesco Porcelli entomologo del Dipartimento di...

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«Occorre una nuova strategia integrata nel controllo delle infezioni da Xylella», lo ha dichiarato il professore Francesco Porcelli entomologo del Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell'Università degli Studi di Bari intervenendo ieri al Workshop MathAIEOapp a Bari. «L’efficacia del controllo dell’infezione dipende dalla morte del vettore alla prima alimentazione», ha precisato  il professore Porcelli. Il Philaenus spumarius L.  (Sputacchina) regola l’invasione di Xylella fastidiosa pauca ST53 (Xf), infettando piante in Italia. Gli alberi infetti sono serbatoi del patogeno e sostengono i cicli annuali di invasione di Xf, attraverso l’acquisizione e la diffusione da parte di vettori residenti. I vettori causano danni più che proporzionali al loro numero, propagando il patogeno nel tempo e nello spazio più di una volta per vettore. La morte degli olivi, vanifica gli investimenti passati, esaspera i costi annuali di coltivazione e annienta i redditi futuri. Allo stato attuale la soglia di azione per il controllo dei vettori è inaccettabilmente bassa nella pratica, dato che ogni vettore può acquisire Xylella anche solo assaggiando una pianta infetta e moltiplicare le infezioni nella finestra di vita degli adulti.

Un altro approccio

«Il nostro approccio – aggiunge il prof. Porcelli - suggerisce di controllare l’infezione 1 (la prima trasmissione che porta al processo infettivo su una pianta indenne), riuscendo a uccidere ogni vettore al momento della sua prima alimentazione su olivo con fattori di mortalità fisici, chimici e biologici. L’azione tenta di ridurre alla proporzionalità diretta ogni capacità di infezione del vettore». Dagli studi condotti in collaborazione con Alessandro Petrontino, Angela Maria D’Uggento, Annalisa De Boni, Cristiano Tamborrino, Domenico Valenzano, Francesca Garganese  Giovanni Ottomano e Ugo Picciotti (UNIBA) Angela Martinadonna, e Fasma Diele (CNR IAC), Iole Armenise (CNR), Antonella Liccardo (UNINA Federico II) e Annalisa Fierro (CNR SPIN),emerge che il controllo della trasmissione nelle aree infette e in quelle esenti può rallentare in modo significativo l’invasione di Xylella fino a fermare l’invasione del patogeno. Presto, una scarsa popolazione di vettori renderà rare le acquisizioni e le trasmissioni, portando all’isolamento del batterio nelle piante infette. La morte progressiva delle piante malate ridurrà la malattia a pochi focolai attivi, semplificandone la gestione. L’olivo ospita comunque una gilda di fitofagi che può minimizzare gli utili, anche compromettendo la qualità del prodotto. La modellizzazione di una strategia olistica di gestione dei parassiti dell’olivo garantirà una produzione integrata, limitando gli insetticidi agli interventi strettamente necessari e mirati.

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Quotidiano Di Puglia