Uccise il compagno sparandogli alla testa nel sonno: arrestata 25enne

Uccise il compagno sparandogli alla testa nel sonno: arrestata 25enne
I carabinieri di Bari hanno arrestato la 25enne Mariangela Losurdo, figlia del pluripregiudicato del clan Parisi Pietro Losurdo, attualmente collaboratore di giustizia,...

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I carabinieri di Bari hanno arrestato la 25enne Mariangela Losurdo, figlia del pluripregiudicato del clan Parisi Pietro Losurdo, attualmente collaboratore di giustizia, accusata dell'omicidio volontario del fidanzato Pierpaolo Perez, 49enne, ucciso con un colpo di pistola calibro 9 alla testa, all'interno della propria abitazione, a Bitetto, il 26 giugno 2018. Quel giorno la donna, che aveva 23 anni, avrebbe aspettato che Perez, il quale aveva una relazione sentimentale anche con la madre di lei, si addormentasse sulla poltrona del soggiorno per ucciderlo nel sonno.

«Un atteggiamento freddo e spietato» in «un glaciale ed efferato delitto dai retroscena inquietanti» dicono i militari che oggi hanno notificato alla 25enne un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini, coordinate dalla ex pm della Dda di Bari Simona Filoni (ora procuratore minorile Lecce), hanno permesso di ricostruire l'esatta dinamica dell'omicidio del quale, in un primo momento, si era autoaccusato il padre, parlando di incauto maneggio di un'arma.

Per il delitto Pietro Losurdo è stato processato e assolto (condannato alla pena di 3 anni e 8 mesi di reclusione per i soli reati di false dichiarazioni e detenzione e porto di arma da guerra). Gli accertamenti, sulla base di tabulati telefonici, intercettazioni, immagini delle telecamere di videosorveglianza di esercizi commerciali vicini e dichiarazioni testimoniali, hanno confermato quanto già emerso nel corso del processo: sia Mariangela Losurdo sia sua madre avevano intrapreso una relazione sentimentale con la vittima, un tempo uomo di fiducia di Pietro Losurdo, e sarebbe stata la ragazza l'esecutrice materiale del delitto. Dopo l'omicidio, poi, il padre sarebbe entrato nell'abitazione della vittima con lo scopo di ripulire la scena del crimine, recuperare l'arma da fuoco ed evitare l'incriminazione della figlia, attribuendosi la paternità del delitto. 

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Quotidiano Di Puglia