Da Bari in Brianza per uccidere la ex moglie: condannato a 12 anni per tentato omicidio

Da Bari in Brianza per uccidere la ex moglie: condannato a 12 anni per tentato omicidio
È stato condannato a 12 anni di reclusione, e a 3 anni di libertà vigilata a pena espiata, per tentato omicidio, anche con l'aggravante della crudeltà,...

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È stato condannato a 12 anni di reclusione, e a 3 anni di libertà vigilata a pena espiata, per tentato omicidio, anche con l'aggravante della crudeltà, Costanzo Carlone, un 56enne che, il 3 marzo dello scorso anno, era arrivato a Limbiate, in provincia di Monza, partendo da Bari per aggredire l'ex moglie.

Pugni e coltellate

In piena notte, secondo le indagini, aveva tentato di strangolarla, l'aveva colpita con calci e pugni e poi accoltellata con diversi fendenti al torace e alla testa. La sentenza è stata emessa oggi dal gup di Milano Lorenza Pasquinelli nel processo con rito abbreviato (sconto di un terzo sulla pena), a seguito delle indagini dei carabinieri e del pm Francesca Gentilini. La donna, 51 anni, dopo la brutale aggressione aveva avuto la forza di dare l'allarme. Sul posto erano arrivati i carabinieri e i soccorsi che l'avevano trasportata all'ospedale San Gerardo di Monza in gravi condizioni. I militari avevano poi trovato in zona l'uomo che si aggirava per strada con le mani ancora insanguinate e che aveva con sé un coltello a serramanico. E lo avevano arrestato.

Provvisionale da 30mila euro

La 51enne era stata aggredita mentre stava salendo in auto fuori dalla sua casa. «Finalmente ti ho preso. Adesso ti devo vedere morire», le aveva urlato lui. Dopo aver tentato di strangolarla e dopo averla accoltellata, le aveva messo, come si legge nell'imputazione, anche «un cappello di lana» davanti a naso e bocca per non farla respirare. E le aveva detto ancora: «Se rimani viva non dire a nessuno che sono stato io». Lei, invece, è sopravvissuta ed è riuscita a farlo arrestare. Si è costituita parte civile nel processo ottenendo una provvisionale di risarcimento da 30mila euro. Il giudice non ha riconosciuto alcuna attenuante per l'uomo e ha confermato le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dei motivi abietti.

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Quotidiano Di Puglia