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Il progetto del parco della Giustizia a Bari non sarà assoggettato a valutazione di impatto ambientale. È quanto si legge nella determina dirigenziale a firma del dirigente della ripartizione Ambiente, Vito Nitti, in merito al progetto da oltre 500 milioni che porterà a realizzare quattro edifici destinati ad uffici giudiziari e un parco da 10 ettari nell’area delle ex casermette Capozzi e Milano. Casermette che devono essere ancora abbattute, i cui lavori sono attesi nei prossimi mesi.
Nessuna Via ma ci sono per la società vincitrice 13 prescrizioni di cui tenere conto, a cominciare dalla necessità di monitorare il traffico veicolare fino alle verifiche sull’utilizzo delle acque di falda. Per quanto riguarda la questione del parcheggio, uno degli aspetti maggiormente contestati dal comitato di scopo composto dai residenti e che ha più volte presentato anche ricorso contro il progetto redatto dall’architetto Femia, il Comune evidenzia la «necessità di non aggravare la situazione di traffico presente nelle aree limitrofe al compendio».
La determina
Fondamentale risulta quindi «mitigare i potenziali impatti ambientali sulla qualità dell’aria (in termini di emissioni atmosferiche e acustiche) – si legge nella determina – ed è per questo che dovranno essere verificate, nelle successive fasi di progettazione, tutte le possibilità per reperire all’interno dell’area, nel rispetto delle superfici già previste, un numero di posti auto che soddisfi il fabbisogno previsto (sia nell’autorimessa interrata che nelle aree esterne)».
Altra prescrizione riguarda i criteri minimi ambientali: «Dovrà essere monitorata l’applicazione dei requisiti ambientali – prosegue la determina - sia nelle successive fasi di progettazione (definitivo ed esecutivo) che in fase di realizzazione (cantierizzazione), attraverso periodici report da trasmettere all’amministrazione comunale».
In merito all’utilizzo delle acque di falda, dovrà essere acquisito, nell’ambito del procedimento di approvazione del progetto di fattibilità tecnico economica, il parere definitivo della Sezione regionale Risorse Idriche. Il Comune precisa, inoltre, che qualora si ricorra ad un eventuale approvvigionamento da rete idrica cittadina, sarà necessario acquisire il parere di Aqp.
Il Comune chiede, nella fase di progettazione definitiva ed esecutiva, un approfondimento sullo studio idraulico con particolare riferimento al rispetto del bilancio idrico durante tutti i periodi dell’anno ed alla vegetazione da impiantare.
La settima prescrizione riguarda le misure proposte e da mettere in atto per mitigare l’impatto dovuto alla possibile proliferazione di zanzare, sia per la fase progettuale che per quella di esercizio/manutenzione. L’ottava prescrizione riguarda la necessità di redigere un elenco riassuntivo di tutte le misure di mitigazione previste e dei relativi indicatori da monitorare. In merito alle alberature presenti nell’area che verranno in parte abbattute, dovrà essere verificata, integrando la relazione agronomica prodotta nell’ambito del concorso di progettazione, la presenza di eventuali alberi con caratteristiche di monumentalità.
Per le fasi di esecuzione ed esercizio, bisognerà inviare semestralmente al Comune la documentazione contenente gli elementi necessari alla verifica dell’ottemperanza alle prescrizioni, in particolare gli esiti del monitoraggi nonché le eventuali misure correttive adottate. Tutta la documentazione dovrà essere resa accessibile e divulgata al pubblico. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia