Newtork Contacts, mille posti di lavoro a rischio. «Licenziamenti camuffati da trasferimenti»

Newtork Contacts, mille posti di lavoro a rischio. «Licenziamenti camuffati da trasferimenti»
Continua a montare la polemica in merito alla complessa situazione in casa Network Contacts.  A poco più di un mese...

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Continua a montare la polemica in merito alla complessa situazione in casa Network Contacts


A poco più di un mese dalla buona notizia legata alla sottoscrizione di un accordo con i sindacati per scongiurare la cassa integrazione per oltre 400 dipendenti, nasce una nuova vertenza
L’Unione Sindacale di Base delle sedi di Taranto e Molfetta si è espressa duramente sulla decisione aziendale, comunicata ieri alle lavoratrici e lavoratori della sede molfettese di proseguire con l’attuazione del piano industriale ed in particolare di dar seguito al “trasferimento” di circa 1500 unità dalla sede di Molfetta alle sedi di Taranto e di Palermo.

La denuncia dei sindacati


«Si denuncia con forza l’arroganza dell’azienda e si valutano mobilitazioni congiunte dei lavoratori delle due sedi. Stiamo parlando di veri e propri licenziamenti camuffati che servono a Network Contacts per liberarsi di lavoratori che da più anni prestano servizio presso la sede di Molfetta. Per evitare di dar seguito al piano industriale, l’azienda ha proposto un diverso calcolo del Tfr previsto dal contratto nazionale (una rapina vera e propria), un meccanismo che penalizza le cosiddette “malattie brevi”, oltre ai precedenti sacrifici previsti dall’accordo scandaloso di ottobre 2019». Sono state parole forti quelle dell’Usb regionale in merito all’attuale situazione che, piuttosto che vedere miglioramenti, sta regredendo verso condizioni peggiori: «Sono state fatte proposte inaccettabili per i lavoratori, che hanno già subito l’accordo “lacrime e sangue” voluto dall’azienda e sottoscritto da Cgil- Cisl e Uil dopo il referendum “farsa”.


Il grande successo dello sciopero del 5 maggio a Taranto contro l’iperflessibilità dei turni, i tagli alla retribuzione contrattuale e ai costi della sicurezza ha dimostrato come le lavoratrici e i lavoratori indipendentemente dalle sedi in cui sono impiegati sono stanchi dell’arroganza aziendale che sta scaricando sulla parte più debole l’assurdo meccanismo ricattatorio e perverso degli appalti al massimo ribasso. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro congiunto tra lavoratrici e lavoratori delle sedi di Molfetta e di Taranto per discutere della mobilitazione da mettere in campo per far fronte alla situazione, per ribadire ancora una volta il “no” al piano industriale aziendale e per scongiurare altri accordi al ribasso come quello del 2019 che hanno colpito diritti e retribuzioni e non hanno scongiurato i licenziamenti». Si riaccendono dunque i toni tra l’azienda di telecomunicazioni e le sigle sindacali che, comunque, non escludono di potersi incontrare e interloquire come già delineato proprio un mese da Daniele Di Gregorio, direttore di sito sella sede di Taranto: «L’obiettivo dell’azienda è lavorare con i sindacati in maniera costruttiva perché teniamo alla serenità lavorativa».


In quella sede era emersa la chiara volontà di trovare una soluzione agli attuali problemi: «Il sindacato non vuole lasciare nessuno senza lavoro – aveva dichiarato Ferdinando Sorrenti, segretario provinciale di Slc Cgil – la natura di questa azione è dovuta ad una mancanza di dialogo tra la parte sindacale e la parte datoriale». 


Da vedere, dunque, se tale dialogo potrà tornare vivo anche sul lato molfettese dove la situazione diventa sempre più rovente. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia