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Nell’area metropolitana di Bari sono sette le aziende e i gruppi societari del settore metalmeccanico che nel 2022 hanno superato i 100 milioni di fatturato. Il dato, relativo alle società iscritte alla Camera di Commercio del capoluogo, è presentato dal professore Federico Pirro, presidente onorario del Cesdim- Centro studi e documentazione sull’industria nel Mezzogiorno – Università degli studi di Bari Aldo Moro, agli “Stati generali della metalmeccanica”, in programma oggi, dalle 9,30, al centro congressi della Fiera del Levante, organizzato da Confimi Industria Bari.
L'incontro
Occasione in cui gli imprenditori del settore illustreranno lo stato dell’arte del comparto, con le filiere tecnologiche più competitive, le sfide sui mercati internazionali, le prospettive del sistema Italia. Ma non solo: il programma dei lavori prevede successivamente i commenti di vari stakeholder tra politici, amministratori pubblici, accademici e giornalisti. «Una preziosa opportunità – racconta Riccardo Figliolia, segretario generale di Confimi Industria Bari - per una riflessione comune, senza filtri e mediazioni, sulle vere esigenze e reali problematiche del tessuto produttivo barese e più in generale pugliese».
Il report
«L’industria meccanica – illustra il professor Pirro nel suo report - ritrova ancora nell’agglomerato Bari- Modugno del Consorzio per l’Area di sviluppo industriale la sua maggiore concentrazione territoriale, presenze diffuse di Pmi ma anche di qualche grande impresa si registrano a Monopoli, Molfetta, Corato, Altamura, Gioia del Colle, Conversano, Putignano, Noci».
Federico Pirro spiega che «la specializzazione prevalente è ancora quella della componentistica per l’automotive, seguita da specializzazioni di minori dimensioni in cui però non mancano aziende di rilievo anche internazionale come la diagnostica ferroviaria, l’impiantistica meccanica ed elettromeccanica, le tecnologie per le demolizioni, la quadristica elettrica, le tapparelle e zanzariere, la serramentistica, la robotica, le macchine olearie, le piattaforme aeree, i veicoli ecologici, i macchinari per l’industria agroalimentare, le apparecchiature per il condizionamento, la motoristica navale, i magazzini automatici, l’armamento ferroviario, i serbatoi per molteplici usi, le furgonature per veicoli isotermici». E ancora: «Sono diffuse inoltre sono le lavorazioni di meccanica fine per conto terzi. Accanto alle industrie di maggiori dimensioni operano, com’è noto, concentrazioni di aziende artigiane, ben radicate sui mercati locali».
«Con questa iniziativa – aggiunge Figliolia - intendiamo riportare la manifattura al centro dell’attenzione di cittadini e stakeholder. Trascurare il valore e la ricchezza creata dalla Bari industriale sarebbe deleterio non solo in termini economici, ma soprattutto sociali e culturali. Dobbiamo riavvicinare le nuove generazioni al mondo dei nostri Produttori, per far scoprire loro prima di tutto una significativa tradizione manifatturiera, poi un luminoso presente industriale, per costruire insieme un futuro di crescita e benessere per tutto il nostro territorio attraverso lo sviluppo delle nostre imprese. Nel corso dei lavori degli “Stati generali” presenteremo, per narrare tutto questo, il docufilm che abbiamo fatto realizzare su “Don Peppino Calabrese”, primo grande manifatturiero della nostra città».
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Quotidiano Di Puglia