Guerra Israele e Palestina, le donne baresi chiedono il cessate il fuoco: flash mob in via Sparano

Guerra Israele e Palestina, le donne baresi chiedono il cessate il fuoco: flash mob in via Sparano
Un flash mob «per denunciare il massacro dei bambini palestinesi» si è svolto poco fa in via Sparano a Bari, la strada dello shopping del capoluogo...

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Un flash mob «per denunciare il massacro dei bambini palestinesi» si è svolto poco fa in via Sparano a Bari, la strada dello shopping del capoluogo pugliese. Tra le richieste della manifestazione quella «del "cessate il fuoco" per la guerra tra Israele e Palestina e per tutte le guerre nel mondo». I manifestanti e in particolare le manifestanti donne erano vestiti di nero e avevano un fagotto bianco tra le braccia «per ricreare l'immagine di quella madre palestinese che stringe a sé, per l'ultima volta, il corpo esanime del suo bambino, di pochi mesi, rendendola il simbolo più forte di questo momento tragico per l'umanità», spiegano gli organizzatori.

Il flash mob

Un'azione di sensibilizzazione volta a fermare la strage dei civili a Gaza e contestualmente a promuovere il rispetto dei diritti umani da entrambe le parte coinvolte nel conflitto tra Israele e Palestina e a chiamare un immediato cessate il fuoco. «Da liberi cittadini e cittadine italiani ed europei - aveva spiegato Claudia Lerro, ideatrice del flash mob - non possiamo e non vogliamo restare a guardare, inermi, questo genocidio. E nonostante questo piccolo gesto di protesta e sensibilizzazione sia una goccia nell'oceano, sentiamo la responsabilità e l'urgenza di fare la nostra parte sulla strada del cessate il fuoco e della pace, nel rispetto di tutte le parti in campo e del diritto internazionale. Siamo soli, ma insieme siamo tutto».

Le vittime

Ricordando che molte delle vittime in Palestina, circa 4000 delle oltre 10mila complessive, sono bambini gli organizzatori sottolineano come «siamo costretti ad usare dei numeri per indicare le proporzioni della strage» e invece «dovremmo costringerci a ricordarci che ogni numero ha un nome, è una persona, con i suoi sogni, i suoi desideri, i suoi bisogni e la sua storia. Nascondiamo dietro ai numeri vite umane, ciascuna preziosa ed inviolabile. Il diritto internazionale è chiaro su questo: anche le guerre hanno delle leggi da rispettare. Tra queste la protezione di tutti i civili, in particolare i bambini che mai, mai, mai dovrebbero essere toccati dal conflitto. Numeri così ingenti - continuano - ci dicono che non si può parlare di incidente, ma di un vero e proprio crimine di guerra reiterato che deve assolutamente essere fermato. Noi siamo l'umanità. E l'umanità è ancora viva, è ancora qui e deve fermare la strage, le stragi. Ora».

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Quotidiano Di Puglia