L'estorsione al commerciante ripresa dalle telecamere: arrestati tre giovani. I nomi

L'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia

Con le accuse di aver commesso un'estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un commerciante, a Bari tre giovani di età compresa fra i 21 e i 25 anni...

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Con le accuse di aver commesso un'estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un commerciante, a Bari tre giovani di età compresa fra i 21 e i 25 anni sono stati arrestati dai carabinieri in un'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia.

Sono Giuseppe Sebastiano (25 anni) ed Emanuele Lacalamita (22) i due giovani vicini al clan Strisciuglio arrestati in flagranza mentre intascavano 5mila euro chiesti al titolare di una carrozzeria di Palese (Bari) per pagare le spese legali necessarie per far scarcerare un loro amico e intimando all'uomo di pagare «altrimenti chiudi la carrozzeria». Il terzo fermato, dopo un inseguimento, è Saverio Petriconi (21 anni). Gli inquirenti ritengono che i tre, in concorso, abbiano estorto denaro al commerciante minacciando l'arrivo dei «cattivi» in caso di diniego e di ritorsioni nei confronti della sua attività. Sebastiano e Lacalamita sono accusati di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso, Petriconi di associazione di tipo mafioso avendo minacciato il carrozziere con una pistola. Il procuratore aggiunto di Bari, Domenico Minardi, nella richiesta di applicazione della misura cautelare sottolinea la «dinamica estorsiva» posta in essere «mediante l'utilizzo della forza di intimidazione mafiosa» derivante dal vincolo associativo con il clan, che avrebbe ingenerato nella vittima «il timore della provenienza delle intimidazioni da un sodalizio di tipo mafioso stanziato sul territorio».

Secondo gli inquirenti il commerciante era da tempo vittima del racket. Negli anni sarebbe infatti stato costretto a «eseguire prestazioni lavorative senza corrispettivo in favore degli appartenenti» al clan, ma anche «al versamento del pensiero, richiestogli, come da tradizione mafiosa, in occasione del periodo natalizio e per il pagamento delle spese legali dei detenuti». Secondo la Procura si tratta di «chiare estrinsecazioni della metodologia mafiosa».

L'ombra del clan

Secondo gli inquirenti, gli indagati sono vicini all'articolazione del clan Strisciuglio operante nel quartiere Palese del capoluogo pugliese. Le indagini sono state condotte dal nucleo investigativo del Comando provinciale di Bari e dai militari della stazione di Bari Santo Spirito. Sulla base di elementi investigativi emersi in una precedente indagine, i carabinieri hanno effettuato servizi di osservazione in abiti civili e hanno installato alcune telecamere nascoste in un'attività commerciale.

L'estorsione in diretta

In diretta è stato visionato l'ingresso nel negozio di due indagati, quindi la loro richiesta all'esercente di pagare 5.000 euro, quota ritenuta frutto del racket imposto dal clan. Vista la caratura criminale degli interlocutori e l'intimidazione subita, la vittima si è vista costretta a consegnare, in contanti, la somma richiesta. I carabinieri hanno quindi bloccato i due appena usciti dal negozio e hanno sequestrato il denaro. Poco dopo hanno eseguito il fermo di polizia giudiziaria del terzo complice, per porto e detenzione illegali di arma aggravata dal metodo mafioso, perché che si era presentato al commerciante e lo aveva minacciato mostrandogli un'arma. Tutti e tre, arrestati in flagranza di reato, sono finiti in carcere.

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Quotidiano Di Puglia