Donna incinta bloccata sullo svincolo: gara di solidarietà per farla arrivare in ospedale. Il racconto del papà sui social

Una catena di persone ha aiutato la mamma a scavalcare il guardrail

Donna incinta bloccata sullo svincolo: gara di solidarietà per farla arrivare in ospedale. Il racconto del papà sui social
Un'avventura straordinaria quella capitata l'altro ieri sera a una coppia barese in attesa di una bimba. I protagonisti sono il giornalista Vincenzo Damiani e sua...

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Un'avventura straordinaria quella capitata l'altro ieri sera a una coppia barese in attesa di una bimba. I protagonisti sono il giornalista Vincenzo Damiani e sua moglie Fabiana D'Elia. Durante la corsa da Casamassima all'ospedale di Bari, i due sono rimasti quasi subito imbottigliati sulla statale 100 per via di un incidente stradale. Una volta capito che non avrebbero fatto in tempo, l'unica soluzione possibile era chiamare qualcuno che dalla complanare caricasse la futura mamma in auto per correre in ospedale. Purtroppo però a causa dei guardrail troppo alti l'operazione è risultata molto complessa quindi nel mezzo del traffico serale dalle auto diverse persone sono scese creando una catena in strada per aiutare la donna a raggiungere la macchina del suocero dall'altra parte del guardrail. 

Il racconto del papà sui social

A raccontare l'avvenuta è stato il papà sui social: «Eravamo completamente bloccati con tir avanti e dietro a rendere ulteriormente impossibile qualsiasi tentativo di movimento. Chiamare i soccorsi avrebbe portato via troppo tempo, erano tutti impegnati nei soccorsi ai feriti. Unica via di fuga la complanare», scrive il giornalista che in aiuto ha chiamato suo padre, futuro nonno della nascitura. «Il guardrail era molto alto ed eravamo tutti bloccati. A quel punto - racconta -  scatta volontariamente una gara di solidarietà: dalle auto scendono 5-6 persone e insieme mi aiutano a prendere in braccio mia moglie e a portarla dall'altra parte, sulla complanare, dove nel frattempo arriva mio padre. Mia moglie parte, un uomo sui 50 anni di cui, purtroppo, non conosco nemmeno il nome mi abbraccia, mi stringe come un fratello più grande e si commuove con me. Non so come si chiamano le persone che mi hanno aiutato a far si che Elisa potesse nascere in ospedale, al sicuro, ma grazie infinite per aver reso ancora più straordinaria questa giornata indimenticabile. Grazie!». Per fortuna anche la donna coinvolta nell'incidente non ha avuto gravi conseguenze e la rocambolesca fuga in ospedale con la solidarietà di tanti sconosciuti sarà un racconto che la piccola Elisa potrà portare con sé con gioia.

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Quotidiano Di Puglia