Bonus facciate, maxi-truffa: arrestato imprenditore

«Impiegò delle liquidità nell'attività economica di una srl con sede a Lecce per la fabbricazione di articoli elettromedicali».

Bonus facciate, maxi-truffa: arrestato imprenditore
Il 49nne imprenditore edile di Bari, Alessandro Trerotoli, è stato arrestato in seguito ad un'ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa dal Gip del...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il 49nne imprenditore edile di Bari, Alessandro Trerotoli, è stato arrestato in seguito ad un'ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Bari, nell'ambito di un'inchiesta su una maxi-truffa legata al bonus facciate. L'uomo, che si trova ai domiciliari, è accusato a vario titolo di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

Nel giugno scorso era stato disposto nei confronti dello stesso imprenditore anche un sequestro preventivo per 140 milioni di euro ritenuti l'illecito profitto ottenuto dalla cessione di presunti crediti di imposta fittizi per il bonus facciate.

L'accusa

Secondo l'accusa sarebbe stato creato «un circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e utilizzo in compensazione di crediti d'imposta inesistenti» per lavori edili su facciate, in realtà mai eseguiti, ritengono gli investigatori. Anche i successivi cessionari che hanno acquistato gli «ingenti crediti d'imposta» direttamente dall'imprenditore indagato sono risultati «privi di una capacità reddituale e finanziaria adeguata per sostenere un, rilevante esborso monetario».

Oltre al primo sequestro di 140 milioni nell'ottobre scorso è stato eseguito un secondo provvedimento preventivo. Dopo altre verifiche dei finanziari, infatti, sarebbe emerso che l'ex moglie dell'indagato avrebbe ricevuto denaro proveniente dalla monetizzazione di parte dei crediti inesistenti, «impiegando talune delle liquidità così ottenute nell'attività economica di una srl con sede a Lecce, avente per oggetto la fabbricazione di articoli elettromedicali».

Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia