"Vatti a curare": biglietto omofobo sulla porta di casa. Lui: «Ho paura». La solidarietà del sindaco

È successo a Bitonto, il primo cittadino per la giornata contro l'omobitransfobia ha annunciato per mercoledì un corteo per i diritti

"Vatti a curare": biglietto omofobo sulla porta di casa. Lui: «Ho paura». La solidarietà del sindaco
“Vatti a fare curare, ricchione”. È il messaggio omofobo di cui è stato vittima un ragazzo residente a Bitonto, in provincia di Bari. «Ero di...

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Vatti a fare curare, ricchione”. È il messaggio omofobo di cui è stato vittima un ragazzo residente a Bitontoin provincia di Bari. «Ero di ritorno a casa - ha raccontato Michele (nome di fantasia) - e arrivato alla porta ho trovato questo biglietto attaccato con lo scotch. Sono rimasto di ghiaccio. Ero distrutto. Non riuscivo neanche a muovermi». Queste parole scritte da ignoti «mi hanno fatto malissimo, prenderò sicuramente dei provvedimenti».

I messaggi di solidarietà

Tanta la solidarietà e il supporto che il ragazzo ha ricevuto sui social. Nell’annunciare un appuntamento importante con il corteo dei diritti per la giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia che ricorrerà mercoledì, il sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci, ha mostrato la sua vicinanza al concittadino. 

Le dichiarazioni

«L’invito a manifestare tutti insieme contro ogni forma di pregiudizio e discriminazione - ha dichiarato - è reso ancora più urgente e ineludibile alla luce dell’inqualificabile episodio di omofobia registrato in queste ore in città. Rappresenta un modo concreto per dimostrare la nostra piena solidarietà al giovane concittadino bersaglio di una frase offensiva e di cattivo gusto, opera senza dubbio alcuno di persone ignoranti e incivili che disonorano la nostra comunità».

Sembra assurdo che nel 2023 ci si debba trovare di fronte a tutto questo, ma «non dobbiamo arrenderci - ha detto Eleonora Magnifico, attivista Queer - Dobbiamo combattere l’ignoranza e per i nostri diritti per vivere sereni e felici in nome dell’amore».

L’appello di Arcigay Bari «è rivolto in primis a chi fa parte di questa comunità, a chi ha subito o continua a subire aggressioni - hanno sottolineato - a chi vive e lavora in ambienti ostili all'affermazione della propria identità di genere o del proprio orientamento sessuale, affinché la violenza non alimenti la paura, la vergogna o l'isolamento».

L'invito

L'invito è, perciò, quello di «denunciare, di rivolgersi a un centro anti-violenza sul territorio e magari di unirsi al nostro cammino. Chiediamo alle Istituzioni di agevolare questo cammino, approvando la Legge regionale contro l'omobitransfobia che ormai da tempo le associazioni pugliesi in lotta per i diritti vedono respinta».

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Quotidiano Di Puglia