Estorsione e metodo mafioso, otto arresti a Bari

Estorsione e metodo mafioso, otto arresti a Bari
Otto persone sono state arrestate dai carabinieri a Bari con le accuse, contestate in concorso e a vario titolo, di detenzione e porto abusivo di armi, estorsione continuata e...

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Otto persone sono state arrestate dai carabinieri a Bari con le accuse, contestate in concorso e a vario titolo, di detenzione e porto abusivo di armi, estorsione continuata e aggravata e lesioni personali, queste ultime con l'aggravante del metodo mafioso. I destinatari delle misure cautelari, di cui sette in carcere e uno agli arresti domiciliari, sarebbero presunti affiliati alla frangia di San Pio-Enziteto del clan Strisciuglio di Bari e alcuni di loro sarebbero gli autori di un violento pestaggio avvenuto a Santo Spirito, nel dicembre di due anni fa, ai danni di un uomo di 50 anni colpevole di avere avviato una attività di spaccio di sostanze stupefacenti senza il consenso del gruppo criminale.

La vittima era sfuggita a un agguato

La vittima, che non ha mai denunciato quanto subito, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri coordinate dalla Dda di Bari, era sfuggita a un agguato qualche giorno prima della aggressione. Una imboscata fallita a causa del passaggio casuale davanti alla sua abitazione di una pattuglia di carabinieri che mise in fuga due persone che, armi in pugno, attendevano lo spacciatore. A confermarlo è stato il ritrovamento di una pistola semiautomatica e di una moto lasciati sul posto. Gli accertamenti investigativi hanno evidenziato che a dare il via libera ai due episodi sarebbe stata la moglie del reggente del clan, iscritta nel registro degli indagati, dopo essere stata informata dell'avvio dello smercio di droga a Santo Spirito da parte del 50enne. L'arresto qualche giorno dopo di uno degli odierni indagati, e il fallito attentato al 50enne, nel clan hanno alimentato i sospetti di una presunta collaborazione con gli inquirenti della moglie del pusher che, nonostante fosse infondata, ha comportato una estorsione da 20mila euro a carico dei coniugi. Soldi che per il gruppo criminale servivano «a riparare l'affronto subito e a pagare le spese legali», spiegano gli investigatori. Le richieste estorsive sarebbero state rivolte anche ai familiari della coppia che hanno deciso di pagare per timore di ripercussioni, costringendo gli stessi coniugi a lasciare il Barese e a trasferirsi altrove. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno sequestrato un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti e di armi clandestine, tra cui due Kalashnikov nascoste in un seminterrato appartenente a uno degli indagati finiti in carcere oggi. 

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Quotidiano Di Puglia