BARI, 23 NOV - La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per sei persone, tra le quali l'ex direttore generale della Asl di Bari Domenico Colasanto, per le presunte...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Colasanto risponde di morte come conseguenza di altro reato, omissione di atti d'ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità. In concorso con l'ex dg rispondono di induzione indebita anche l'ex segretario di Colasanto, Antonio Ciocia e un altro dipendente della Asl di Bari, Giorgio Saponaro, per aver "pressato con insistenza" il funzionario Asl Alberto Gallo nella predisposizione dei falsi Dvr (Documenti di valutazione dei rischi).
Accusati di falso materiale in atto pubblico lo stesso Gallo e altri due funzionari, Baldassarre Lucarelli e Pasquale Bianco. Il pm che ha coordinato le indagini sul delitto, Baldo Pisani, ha chiesto l'archiviazione per Davide Pellegrino, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Puglia, che era indagato per abuso d'ufficio per la vicenda della presunta sospensione concordata di Colasanto dopo che questi aveva ricevuto l'avviso di garanzia.
L'autore materiale del delitto, Vincenzo Poliseno, è stato già condannato in primo grado a 30 anni di reclusione al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Il processo d'appello inizierà il prossimo 16 febbraio. La Procura ha infine stralciato la posizione di altre sette persone, tra medici e dirigenti dell'ospedale San Paolo di Bari, per una vicenda non legata al delitto Labriola, ma ad una questione relativa alle liste d'attesa. All'esito degli approfondimenti svolti dopo la chiusura delle indagini preliminari, è emerso che "le condotte hanno avuto - spiega la Procura - una rilevanza diversa da quella penale".(ANSA). Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia