dal nostro inviato Nino Cirillo Le certezze del povero Davide, il papà di Loris, crollano all’alba di martedì 9 dicembre. ...
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Nino Cirillo
Le certezze del povero Davide, il papà di Loris, crollano all’alba di martedì 9 dicembre.
È appena tornato da Ragusa dopo otto ore passate in Procura. Gli hanno mostrato il video montato dagli investigatori sulla base dei filmati delle telecamere, ha dovuto prendere atto della montagna di bugìe raccontate da Veronica.
Gli sono intorno, in casa, il padre Andrea, la mamma Pinucci e la zia Giovanna. Una notte senza sonno per tutti e quattro. Davide racconta quello che gli hanno fatto vedere e ci vuole poco perché fra le quattro mura di casa Stival venga pronunciata la prima sommaria sentenza: è stata lei a uccidere Loris.
Parla Davide, e rifa mentalmente il percorso della Polo nera della moglie quella mattina: «E se ne va al minimarket, gli prende il panino a Diego, chiude la macchina, scende chiude la macchina, quindi Loris lì dentro non c’è! Perché lei non chiude la macchina con Loris dentro». Gli fa eco la zia Giovanna: «Certo...». Ma Davide non si placa: «Se ci fosse stato Loris, quindi in macchina Loris non c’è, è entrato...è entrato in casa». Ancora la zia Giovanna: «Perché lei aveva un appuntamento, ormai erano tutte cose studiate...Tutto premeditato».
Non riesce a fermarsi, il papà di Loris, gli incubi lo tormentano, i movimenti di Veronica quella mattina non lo convincono proprio più: «Ti rendi conto che giro ha fatto, anche se l’aveva parcheggiata più avanti...la macchina..., comunque è entrata, è stata quanto è stata...». E qui pronuncia parole tremende: «Ha fatto quello che ha fatto, se lo è messo in macchina, è scesa per andare a buttare la spazzatura, lei dice...».
La conversazione va avanti.
Quotidiano Di Puglia