Sono stati assolti perché «il fatto non sussiste» i sei imputati nel processo a Bologna con il rito abbreviato per il crac di Mercatone Uno. Il reato contestato...
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Stando a quanto ricostruito all'epoca dagli investigatori della Guardia di Finanza, i sei avrebbero attuato dal 2005 al 2013 diverse operazioni societarie per depauperare l'azienda, arrivando a sottrarre nel tempo 300 milioni di euro alla società. In particolare il pm Michele Martorelli aveva chiesto al Gup di condannare a 4 anni e 4 mesi l'ex amministratore Giovanni Beccari e a 2 anni l'ex consigliere Ilaro Ghiselli. Una pena di 2 anni 2 mesi e 20 giorni era stata invece chiesta per Gianluca Valentini, figlio di Luigi, altro fondatore di Mercatone Uno, mentre per le figlie di Romano Cenni, Elisabetta, Micaela e Susanna, la richiesta era stata rispettivamente di 2 anni e 8 mesi e di 4 anni e 4 mesi per le ultime due. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.
«Siamo estremamente soddisfatti di un risultato che premia le condotte assolutamente legittime e corrette della famiglia Cenni, sia all'epoca dei fatti contestati, sia, soprattutto, quando il gruppo entrò in crisi» e ci fu «l'impiego di ingentissime risorse familiari messe a disposizione della società Mercatone», è il commento dell'avvocato Luca Sirotti che, insieme agli avvocati Chiara Tebano e Olmo Artale, difende le tre sorelle Cenni e Giovanni Beccari, assolti nel processo sul crac di Mercatone Uno. Sirotti ha sottolineato «la scelta del giudice di disporre una perizia consentendo di svolgere la discussione su basi strettamente tecniche».
«Più di 1.800 dipendenti, oltre 500 fornitori, i clienti che avevano versato gli acconti, un indotto di quasi 10 mila persone, ma per il crack di Mercatone Uno nessun colpevole perché il fatto non sussiste», ha commentato l'assessore del Comune di Lecce Silvia Miglietta. «Commuovono gli abbracci degli imputati assolti con i loro bravi avvocati, raccontati dai comunicati stampa. La rabbia invece di chi è rimasto in mezzo ad una strada, di chi ha perso i propri soldi, di chi ha visto fallire la propria azienda per i crediti inevasi non fa nemmeno rumore. In questo piegato e ingiusto Paese dove a pagare sono sempre i più deboli e indifesi».
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Quotidiano Di Puglia