Quattro persone sono indagate per diffamazione nei confronti di Tiziana Cantone, la 31enne suicida per la diffusione di alcuni suoi video hard. Si tratta delle persone alle quali...
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L'inchiesta fu avviata nel maggio dello scorso anno quando Tiziana presentò la querela nei confronti dei quattro per la diffusione in rete dei video. La 31enne fu poi interrogata dai pm di Napoli nell'ottobre 2015. La procura partenopea aprì un fascicolo anche per l'ipotesi di reato di violazione della privacy. Il procedimento della procura di Napoli prosegue parallelamente a quello aperto dalla procura di Napoli Nord che indaga per una presunta istigazione al suicidio.
Sarà difficile stabilire quale è stato il colpo di grazia per la 31enne suicida dopo aver inutilmente tentato di bloccare le immagini porno che la mostravano su Internet. Forse la constatata impossibilità di recuperare una dignità perduta a colpi di clic e condivisioni del filmato sui 'social network', forse una sentenza della magistratura civile, alla quale si era rivolta per un risarcimento dei danni morali, che aveva sostanzialmente compensato le spese tra i 'social' ed i motori di ricerca per un totale di circa 20mila euro.
La Procura di Napoli Nord acquisirà gli atti della causa civile intentata dalla giovane donna ed ha aperto un fascicolo nel quale si ipotizza il reato di induzione al suicidio. Ma si valutano anche le ipotesi di stalking e di violazione della privacy. La madre e la zia di Tiziana per ora rifiutano di parlare ed alla periferia di Mugnano, piccolo centro a Nord di Napoli, dove la giovane donna si era trasferita dal non lontano originario Comune di Casalnuovo, pochissimi hanno voglia di fare commenti. «Non riusciva a superare quello che le era successo - dice un' amica di famiglia che non vuole farsi identificare - colpa dei tanti clic sbagliati. Ma adesso non è il momento delle dichiarazioni».
La giovane, secondo quanto si è appreso, aveva già tentato il suicidio alcuni mesi fa, ingerendo psicofarmaci. Al secondo tentativo si è impiccata con un foulard nella cantina della villetta a due piani dove viveva insieme alla madre. Neanche un temporaneo trasferimento in Toscana, e l'iter burocratico per cambiare nome già avviato al Comune di Mugnano, le avevano restituito serenità.
Facebook ha fatto sapere tramite un portavoce per l'Italia che i video porno «non sono mai stati postati sulla piattaforma» ed ha espresso dolore per l' accaduto. Ma su Internet il video, girato con un telefono cellulare inizialmente con il consenso della 31enne, era disponibile tramite i principali motori di ricerca, accompagnato da apprezzamenti, proposte oscene, commenti di ogni genere. Una «piazza mediatica», nella quale era esposta con nome e cognome, alla quale la donna non ha resistito.
Ed è contro la «rete» che puntano il dito il garante della Privacy, Antonello Soro, che chiede «procedure di risposta più tempestive da parte delle piattaforme» e sollecita un'educazione ad un maggiore «rispetto per le persone», e la presidente della Camera, Laura Boldrini, che parla di «deriva preoccupante nell' uso del Web». Mentre il deputato di Forza Italia. Nunzia De Girolamo. accusa il governo di ritardi nell' approvazione della legge sul cyber-bullismo, sollecitata anche dall' Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, ed il sottosegretario ai Trasporti, Simona Vicari, propone addirittura l' equiparazione della pena per la pubblicazione su Internet di video privati al tentato omicidio. Per lo scrittore Roberto Saviano, «Tiziana è vittima del voyerismo e del rapporto incredibilmente morboso con il sesso che c'è in Italia». Silenzio chiede il legale della donna, Roberta Foglia Manzillo, uccisa - afferma - «dall' uso distorto di Internet».
Anche il sindaco di Casalnuovo, il Comune della giovane suicida, Massimo Pelliccia, che si è recato in visita alla madre della donna, dipendente comunale, non ha dubbi.
Quotidiano Di Puglia