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Terza dose: quando farla e, soprattutto, con quale tipo di vaccino? Sono queste le domande più frequenti che si sentono rivolgere i medici di base in questi giorni dai pazienti, confusi dalla nuova ripresa dei contagi. La terza dose infatti è la strada individuata dagli esperti per contrastare il virus nella stagione invernale.
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Dose addizionale o booster
Innanzitutto bisogna distinguere tra la dose addizionale e quella che, di fatto, viene considerata un booster. La dose addizionale, che può essere fatta a partire dal 29esimo giorno dopo la fine del primo ciclo vaccinale, riguarda i pazienti più fragili: gli immunodepressi come i malati oncologici. Tutti coloro che, quindi, si sono vaccinati per primi chiudendo il primo ciclo già nella primavera. È possibile utilizzare come dose addizionale “uno qualsiasi dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia, Comirnaty di BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna”.
La dose cosiddetta “booster”, invece, deve essere intesa come il classico richiamo del vaccino e viene somministrata a sei mesi dalla fine del primo ciclo vaccinale.
Categorie prioritarie
La dose booster, per ora, riguarda gli over 80, il personale e gli ospiti dei presidi residenziali per anziani; il personale sanitario e gli operatori di interesse sanitario che svolgono le loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, secondo le attuali indicazioni; le persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti di età uguale o maggiore di 18 anni e, per il momento in ultima posizione, gli over 60 ma l’idea è di arrivare agli over 50 entro la fine del 2021.
Vaccinazione eterologa
La terza dose viene quindi somministrata con i vaccini a mRNA (Pfizer o Moderna), ma allora chi ha avuto AstraZeneca e J&J come deve comportarsi? In questi due casi si procede con la vaccinazione cosiddetta eterologa che, secondo i dati, porterebbe ad una migliore risposta immunitaria. Quindi chi ha avuto le due dosi di Astrazeneca può fare la terza dopo sei mesi con un vaccino a mRNA. Chi ha avuto invece la monodose Jansen può procedere con la seconda dose, sempre dopo sei mesi, richiedendo quindi anche in questo caso un vaccino a mRNA: Pfizer o Moderna.
Il grafico
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Quotidiano Di Puglia