Con la conquista di Palmira, roccaforte di Assad a metà strada tra l'Eufrate e Damasco ma nota soprattutto per le suggestive rovine, l'Isis arriva a controllare circa...
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Secondo le stime dell'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), piattaforma legata alle opposizioni siriane basata a Londra, l'Isis controlla ora la maggior parte dei giacimenti di petrolio e gas naturale della Siria. Nonostante il territorio in mano ai jihadisti sia la metà di quello totale siriano, la maggioranza della popolazione ancora rimasta nel Paese si trova in aree controllate invece dalle forze governative. Queste si sono definitivamente ritirate da Palmira all'alba di stamani, lasciando di fatto sguarnite le ultime postazioni che, fino a ieri, avevano resistito all'offensiva dell'Isis. Secondo informazioni non verificabili sul terreno in maniera indipendente, i jihadisti sono entrati anche nel perimetro archeologico, inserito dal 1980 nella lista del patrimonio Unesco dell'umanità. Proprio l'agenzia internazionale ha affermato di aver ricevuto notizie da Palmira di non meglio precisate «distruzioni»: «Sappiamo già che ci sono state delle distruzioni, sono crollate delle colonne, c'è stato un bombardamento», ha avvertito a metà pomeriggio la direttrice dell'organismo Onu.
«Non abbiamo tutte le informazioni, ma ciò che vediamo nei media e ciò che ci dicono gli esperti è molto preoccupante», ha tenuto a puntualizzare Irina Bokova. Il sito di Palmira è stato danneggiato sin dal 2013 quando fu teatro di violenti scontri tra governativi e miliziani anti-regime. Le truppe di Damasco avevano in seguito trasformato alcune aree del perimetro archeologico in una caserma a cielo aperto, scavando trincee e parcheggiando i carri armati vicino ai colonnati romani. Il saccheggio, affermano gli esperti, è in atto da molto tempo. Fonti sul terreno a Palmira hanno affermato all'ANSA che da ieri notte i jihadisti hanno imposto un coprifuoco totale in tutta la città moderna, da 24 ore ormai rimasta senza elettricità. Per tutta la giornata sono proseguiti rastrellamenti casa per casa da parte di miliziani dell'Isis alla ricerca di militari governativi e di collaborazionisti. Le fonti riferiscono dell'uccisione, per decapitazione, di almeno due civili accusati di aver «servito le bande di Assad», in riferimento al presidente siriano Bashar al Assad.
L'Ondus riferisce invece di ben 17 esecuzioni sommarie.
Quotidiano Di Puglia