Telefonate anonime e minacce di morte. Questo è quello che una coppia di Domodossola ha subito dopo la prima puntata della fiction andata in onda su Canale 5 "Rosy...
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In una scena della fiction un criminale lascia un biglietto alla protagonista con un numero di telefono, peccato però che non fosse inventato ma appartenesse a un trentenne. «Quel numero esiste ed è di mio marito» spiega la signora di Domodossola a La Stampa, «Da ieri sera persone sconosciute ci stanno tempestando di telefonate, fino alle 4 di notte e di nuovo stamattina, per chiederci se siamo parenti di Rosy Abate, qualcuno ci dà dei mafiosi e c’è chi ci ha perfino minacciato». La coppia inizialmente ha pensato si trattasse di uno scherzo, ma poi ha capito che non era così e che la realtà aveva superato la fantasia.
A telefonare ai due, tra i vari, è stato uno spettatore della Basilicata, convinto che intestatario del numero fosse Rosy Abate e ha minacciato la donna. La signora ha risposto tutta la notte a chiamate minacciose sul telefono del marito, che è poi dovuto partire per un viaggio di lavoro in Svizzera, ma ha deciso di denunciare: «Non è possibile che una produzione tv non controlli se i numeri sono veri. La nostra privacy è stata violata. Mio marito è siciliano di origine, ma noi con la mafia non c’entriamo niente, siamo mica matti». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia