Roma, la donna avvolta nel telo di plastica: tra i cassonetti come un rifiuto

Roma, la donna avvolta nel telo di plastica: tra i cassonetti come un rifiuto
Pensiamo di essere abituati a tutto, ma poi ci appare davanti una foto come questa e restiamo frastornati, smarriti. L’ha scattata il signor Francesco D’Ambrogio,...

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Pensiamo di essere abituati a tutto, ma poi ci appare davanti una foto come questa e restiamo frastornati, smarriti. L’ha scattata il signor Francesco D’Ambrogio, abitante di Monteverde, quartiere benestante di Roma, e l’ha postata su Facebook. C’è un sacco di plastica buttato in terra, su un marciapiede della Circonvallazione Gianicolense, a poca distanza dai cassonetti della spazzatura. Dentro alla plastica c’è un corpo. Il corpo di una persona. Un essere umano, vivo. Chi abita in zona capisce subito di chi si tratta: avvolta in quel telo opaco c’è Giulia, una donna che vive così da anni per le strade del quartiere. Passa le giornate da sola, a bere birra, dorme in terra riparandosi con la plastica. La sua sconcertante presenza in mezzo alle vite di tante famiglie agiate potrebbe essere considerata un atto d’accusa, se non fosse che qui l’accusato non c’è. Difficile imputare una colpa alle istituzioni: vigili urbani, infermieri, assistenti sociali sono più volte intervenuti, hanno fatto salire Giulia su un'ambulanza, l’hanno lavata e vestita, ma alla fine lei ha sempre rifiutato l’assistenza ed è tornata a vivere lì, sulla Gianicolense. Né si può accusare la comunità dei residenti: in tanti provano a parlarle, le portano da mangiare, le offrono aiuto, ma cosa fare di più? E neppure sarebbe giusto incolpare lei, Giulia, per la sua vita devastata da chissà quale male interiore, ai piedi di un cassonetto, come un rifiuto.

pietro.piovani@ilmessaggero.it

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Quotidiano Di Puglia