Ragazza scopre che il suo orario di lavoro è di 8 ore e scoppia a piangere: «Non ho più una vita». Bufera sui social

Il video della giovane ha scatenato centinaia di migliaia di commenti, dividendo la rete

Ragazza scopre che il suo orario di lavoro è di 8 ore e scoppia a piangere: «Non ho più una vita». Bufera sui social
Qualche settimana fa, la giovane neolaureata in Marketing Brielle Asero ha fatto il giro del mondo con un video in cui piangeva inconsolabilmente quando, durante il primo...

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Qualche settimana fa, la giovane neolaureata in Marketing Brielle Asero ha fatto il giro del mondo con un video in cui piangeva inconsolabilmente quando, durante il primo giorno di lavoro, ha scoperto che il suo turno era dalle ore 9 alle 17. Ritimi e orari che, a suo dire, l'hanno profondamente frustrata spingendola a condividere sui social il suo malumore. Nel filmato, la ragazza afferma di sentirsi molto stanca, di non avere tempo né energie per poter pensare a se stessa.

 

La storia

«Lavoro in presenza e mi ci vuole un'eternità per arrivare. Non ho tempo per fare nulla. Voglio fare la doccia, cenare, andare a dormire, ma è diventato tutto complicato. Non ho l'energia per fare sport, non ho tempo per fare nulla e sono molto stressata», ha confessato la giovane. Brielle, che ogni giorno deve fare un «viaggio di un'ora» per raggiungere gli uffici, ha chiesto ad altre persone sui social quale fosse la chiave per imparare a gestire lavori a tempo pieno e ritagliarsi spazio per sé. Ovviamente, le sue parole sono diventate subito virali, facendo il giro del mondo, accumulando milioni di visualizzazioni e dividendo la rete: tra i giovani che hanno mostrato comprensione e migliaia di altri utenti che l'hanno accusata di essere pigra.

 

@brielleybelly123

its that time of the month plus im crying ab missing my cat

♬ original sound - BRIELLE

 

Il video

Asero si è allora difesa, considerando la quantità di critiche ricevute: «Non capisco come la mia storia sia diventata una discussione di tipo politico quando tutto quello che cercavo di fare era avviare una conversazione e essere rispettosa delle persone. Volevo solo riunire i ragazzi e le ragazze che la pensano in questo modo per incitare possibilmente al cambiamento», aggiungendo che «la generazione Z lavora tanto quanto le persone che ci hanno preceduto, con salari più bassi e costi di produzione più alti».

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Quotidiano Di Puglia