Sono due i corpi dei sub rimasti intrappolati nella Grotta della Scaletta recuperati oggi nelle acque di Palinuro: il primo ad essere stato recuperato è stato quello di...
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Soccorritore colto da malore. E' ora in camera iperbarica, nell'ospedale San Leonardo di Salerno, un giovane speleosub della sezione di Roma dei vigili del fuoco che si è sentito male subito dopo aver recuperato il corpo di Mauro Tancredi.
Ricerche sospese. Le operazioni per portare in superficie il terzo sub, Sergio Anzola, riprenderanno domani mattina. A confermarlo Giovanni Nanni, direttore regionale dei Vigili del Fuoco, che aggiunge: «La visibilità è ridotta a causa del fondale limaccioso. Contiamo di riprendere le attività domani mattina molto presto. Abbiamo già una idea di dove si possa trovare il corpo del sub, ispezioneremo proprio quella parte di grotta dove crediamo possa essere».
L'esperto. Un tragico imprevisto, un malore, qualcosa di improvviso che ha scatenato un comportamento anomalo di uno dei tre sub e ha spinto gli altri ad andare senza esitazione in suo aiuto. Solo così riesce a spiegarsi quanto avvenuto venerdì scorso nelle acque di Palinuro Alessandro Marroni, presidente di DAN Europe (Divers Alert Network Europe, con sede a Roseto degli Abruzzi), l'organizzazione internazionale che si occupa di medicina e ricerca scientifica per promuovere la sicurezza dei subacquei. «Conoscevo molto bene Mauro Cammardella e Mauro Tancredi - racconta addolorato Marroni all'ANSA - e proprio considerando la loro esperienza ritengo impossibile che si sia trattato di un'imprudenza». «Sappiamo che l'immersione, per quanto era stato comunicato alla Capitaneria - prosegue - non prevedeva l'ingresso in grotta, ma solo un'esplorazione in parete. L'ipotesi è che uno dei tre si sia introdotto, non si sa come e perché, nel cunicolo. Quella grotta è nota per avere molto limo sul fondo, quindi la visibilità può diventare nulla, bisogna essere molto abili a muoversi lì, conoscere le tecniche speleologiche. Ora infatti il problema principale è garantire la sicurezza dei soccorritori». Ora, ammette affranto e incredulo Marroni, qualche risposta sulle cause di una disgrazia ancora inaccettabile potrà darla solo l'autopsia. «Sono almeno tre gli incidenti seri degli ultimi anni nella zona - ricorda Marroni - e in alcuni casi le morti plurime sono spesso causate da tentativi di soccorso e aiuto. Sicuramente per visitare grotte o caverne è necessario essere padroni di tecniche speleologiche e a Palinuro sono presenti entrambe le caratteristiche. Tuttavia sarebbe assurdo demonizzare quei fondali». Perché stavolta, ribadisce, può essere stata una fatalità, una disgrazia, «solo una disgrazia». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia