«L'Isis è il volto del male. Dobbiamo distruggerlo»: lo ha detto il presidente americano Barack Obama nella conferenza stampa al termine del G20 di Antalya in Turchia. ...
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«L'Isis non è uno stato ma un gruppo di killer» e la lotta contro l'Isis è «non convenzionale», ha continuato Obama, sottolineando che il successo richiederà la fine della guerra in Siria. «Siamo uniti di fronte alla minaccia dell'Isis», ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca.
«L'Isis non rappresenta l'Islam», ha poi sottolineato Obama. «La stragrande maggioranza delle vittime del terrorismo è musulmana, gli stereotipi sono controproducenti», ha aggiunto.
Gli Stati Uniti devono fare la loro parte nella crisi dei rifugiati. Ed è «vergognoso» che qualcuno ipotizzi test di religione per l'ammissione dei rifugiati, con l'ingresso dei cristiani, ha detto ancora Obama, sottolineando che non bisogna discriminare sulla base della religione. Pur ammettendo le divergenze politiche con George W. Bush, Obama si dice «orgoglioso» del fatto che dopo l'11 settembre l'ex presidente mise in evidenza che non c'era una guerra di religione.
Truppe di terra in Siria sarebbero un «errore», ha poi sostenuto il presidente americano, difendendo la propria strategia in Siria. «È una strategia che funzionerà». «Supponiamo di inviare 50mila soldati in Siria. Cosa succederebbe se ci fosse un attacco terroristico dallo Yemen o dalla Libia»?, ha aggiunto Obama ribadendo che la strategia degli Usa non cambia. «Continueremo con la strategia che abbiamo adottato finora» perchè ha le migliori possibilità che funzioni, ha aggiunto il presidente, visibilmente irritato dalle continue domande su una diversificazione degli Usa nella lotta all'Isis.
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Quotidiano Di Puglia