LECCE - L'ira dell'imprenditore leccese Carlo Capasa, presidente della Camera della moda, contro il “New York Times", per l'inchiesta realizzata in...
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«Se hanno trovato un reato c'è obbligo di denuncia, perché non l'hanno fatto?» si chiede Capasa, per il quale «i nostri contratti sono tutti a tutela dei lavoratori». «Quello del New York Times è un attacco strumentale che nasce - dice il presidente di Camera Moda - senza aver fatto una vera indagine. Io sono pugliese e la Puglia non è il Bangladesh. Citano fonti sconosciute e dicono anche che in Italia non abbiamo una legge sul salario minimo e questo è grave: le nostre - sottolinea - sono aziende serie, se i subcontratti hanno fatto delle stupidaggini questo va perseguito, ma condividiamo tutti lo stesso contratto per la tutela dei lavoratori. Se poi volevano demonizzare il lavoro domestico - prosegue - trovo che sia sbagliato, ha un senso purché sia ben pagato». «Replicheremo a New York Times in modo pesante» annuncia Capasa. E il motivo è che «siamo il Paese che ha fatto di più per questi diritti, il primo a perseguire gli abusi, non c'è nessuna connivenza delle aziende italiane perché non ne hanno bisogno, non abbiamo bisogno di sfruttare nessuno». Secondo Capasa c'è un motivo per cui questo articolo è uscito oggi: «A Milano inizia la fashion Week con il green carpet, siamo bravi e questo dà fastidio». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia