La nuova (dura) vita sui social network: Lezzi chiude l'account privato Twitter

La nuova (dura) vita sui social network: Lezzi chiude l'account privato Twitter
Spira forte il vento delle epurazioni nel Movimento cinque stelle. I dissidenti (come Paola Nugnes e Gregorio De Falco) rischiano di pagare con la sanzione massima il...

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Spira forte il vento delle epurazioni nel Movimento cinque stelle. I dissidenti (come Paola Nugnes e Gregorio De Falco) rischiano di pagare con la sanzione massima il deragliamento dalla linea ufficiale e, insomma, non è un buon momento: governare logora, promettere e non mantenere (o farlo solo in parte) intacca l'immagine, e tra social e Paese reale fioccano le contestazioni anche per i pentastellati. Chiedete per esempio a Barbara Lezzi, ministra del Sud e pasionaria salentina del M5s: è finita nel mirino degli attivisti NoTap e di una parte della base pentastellata, adesso è alle prese anche con una denuncia ai probiviri del M5s depositata da un iscritto al movimento, e nel frattempo non c'è più traccia del suo account personale su Twitter.

I fatti più recenti sono noti. Lezzi per anni e soprattutto in campagna elettorale aveva garantito con le parole, con gli impegni scritti, con le manifestazioni a tutto volume, con i post infuocati su Facebook che, sì, arrivata al governo avrebbe bloccato il progetto del gasdotto Tap, e oggi si ritrova invece a dover più o meno sommessamente spiegare che non si può innestare la retromarcia perché al Paese costerebbe troppo, «almeno 20 miliardi». Quel che è successo è ormai storia: l'oltraggio dei NoTap alle foto dei pentastellati e al simbolo del M5s (bruciati in pubblica piazza, come si usa nelle drammatiche rivolte mediorientali), le accuse incrociate e le querele pure, perché la ministra dice di «aver conservato gli screenshot delle offese su Facebook» e minaccia di andare in Procura, i NoTap vogliono denunciare gli attivisti pentastellati dopo le accuse di intelligenza col nemico (cioè il Pd), e la famiglia Potì ha querelato Lezzi alla luce dei giudizi sullo scomparso Vittorio, ex sindaco di Melendugno. Un tutti-contro-tutti. Adesso, a chiudere il cerchio, c'è anche l'iscritto salentino al M5s che ha preso carta e penna e ha indirizzato la lettera ai probiviri: Lezzi andrebbe espulsa - scrive - e la contestazione centrale è «la perdita di consensi causata al movimento», determinata dalla «violazione degli impegni elettorali». Spoiler: la senatrice leccese non verrà sbattuta fuori dal movimento, ci mancherebbe, fa parte in pianta stabile dei vertici pentastellati, e soprattutto col disco verde a Tap ci hanno messo la faccia tutti, dal premier Giuseppe Conte al vicepremier e leader M5s Luigi Di Maio.
Si va avanti, insomma. Ma pur sempre con l'inedito fardello delle accuse via social: un feroce contrappasso per chi sul web ha costruito visibilità, spesso carriera politica e armi di offesa all'avversario. Vale per tutti i cinque stelle, che oggi provano sulla propria pelle la scottante esperienza del fango social, e qui nel Salento forse vale un po' di più per Barbara Lezzi. Sarà per questo che la ministra ferita ha ridimensionato di molto l'attività su Facebook ed ha cancellato l'account privato su Twitter: i cinguettii sono soltanto quelli del profilo ufficiale Ministro per il Sud, pochi fronzoli, niente tweet abrasivi e solo comunicazioni istituzionali. Va così, adesso. Con una nota a margine: De Falco e Nugnes rischiano l'espulsione perché hanno bocciato il condono di Ischia, di fatto in linea con le intransigenti promesse elettorali; resta lì chi invece su Tap ora fa marcia indietro, ed è questo che ferisce molti attivisti pentastellati.

Ma è la politica. Anche quella dei cittadini-portavoce.
F.G.G. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia