“Jihadi John” che minaccia di uccidere Goku e Monky D. Luffy, due personaggi di Dragon Ball Z. Kim Jung Un, il leader della Corea del Nord, che ride guardando in televisione...
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Se vi sembra umorismo macabro, vi state sbagliando. Quello che in tanti paesi verrebbe “bollato” come inopportuno o utilizzato per ridicolizzare le parti coinvolte, in Giappone è invece la risposta del web alla minaccia di Is rivolta ai due ostaggi nipponici (e dunque all’intero paese) nelle loro mani.
Lungi dall’essere una diminutio del problema, o una satira di dubbio gusto, le immagini photoshoppate che utilizzano i frame del video in cui il combattente di Is, ormai conosciuto con il nome di Jihadi John, brandisce l’arma e minaccia di tagliare (ancora) due teste, sono il modo dei giapponesi di dire che la minaccia islamica non fa loro paura, di non arrendersi e di colpire, nella rappresentazione virile del male, la natura e l’impostazione stessa della comunicazione dello Stato Islamico.
Ed è soprattutto Jihadi John ad essere l'obiettivo preferito dei caricaturisti virtuali. Ripreso mentre fa la spesa, o brandisce una banana, un pennello e persino un vibratore invece del coltello. Circondato da bambini giapponesi in posa per un selfie.Il terrore ridicolizzato. Il simbolo delle decapitazioni trasformato in un personaggio da fumetti o da varietà.
L’hashtag con cui è stata lanciata l’iniziativa è #ISISクソコラグランプリ, che può essere tradotto approssimativamente come “Gran Premio di Collage di Isis del cavolo”, è stato utilizzato quasi 100.000 come primi tweet con altrettanti re-tweet di immagini e frasi.
La visibilità è tale che sempre più giornali internazionali stanno dando spazio (e cercando di interpretare) questo meme così particolare.
I giapponesi hanno mostrato al mondo un altro aspetto della satira che va oltre Charlie Hebdo (o fosrse che va solo in un’altra dimensione) e che mostra uno spirito completamente diverso (e forse difficile da comprendere) per gli occidentali. Il paese dei samurai pregni di onore e di disciplina risponde così – unico caso nel suo genere – a chi li minaccia. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia