Ha ucciso la sorella ventenne speronando il suo scooter e ha pestato a sangue la compagna della ragazza ferita dopo essere caduta dalla moto. Il motivo? Non sopportava più...
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LO SPERONAMENTO
Questa assurda tragedia ha avuto il suo epilogo in via Etruschi ad Acerra. Antonio Gaglione, con una improvvisa accelerata, ha raggiunto lo scooter delle ragazze tamponandolo con violenza. L’improvviso urto ha fatto sbandare il mezzo delle due ragazze, che è uscito di strada per poi impattare contro la recinzione di un campo. Le due amiche sono state sbalzate dal sellino. Maria Paola Gaglione ha sbattuto con il collo contro un tubo di metallo dell’impianto di irrigazione, mentre la sua compagna è finita in una sorta di cunetta tra i rovi selvatici. Sopito il rumore dello scontro, via Etruschi è ritornata nel silenzio della notte piena, rotto solo dalle laceranti grida di aiuto della compagna di Maria Paola, che sotto choc e nella nebbia di lancinanti dolori, ha appena notato la sagoma di Antonio Gaglione. Il giovane senza nemmeno dare un’occhiata alla sorella, immobile per la morte immediata, si è scagliato contro la compagna, costretta a subire un violento pestaggio, accompagnato da accuse e offese infamanti perché, secondo questo scellerato 25enne, la ragazza aveva la colpa di aver plagiato la sorella. Come se l’amore fosse una malattia. E che amore vero fosse tra Maria Paola e la sua compagna, è il fatto che quest’ultima nonostante le ferite e il dolore per i pugni, calci e schiaffi subiti, ha cercato in tutti i modi di attirare l’attenzione dell’uomo gridandogli più volte: «Maria Paola non si muove... aiutiamola». Solo allora, sbollita quella furia cieca, Antonio Gaglione si è avvicinato alla sorella, si è accorto che non respirava più, è crollato a terra come un sacco vuoto.
I SOCCORSI
Sul posto dell’incidente sono giunti i carabinieri della caserma di Acerra, diretta dal maresciallo Giovanni Caccavale, che hanno fermato Antonio Gaglione e chiamato l’ambulanza del 118. Ma per Maria Paola non c’era più nulla da fare. La compagna è stata invece portata alla clinica Villa dei Fiori di Acerra. Le sue condizioni fisiche non sono gravi, ma resta il devastante stato di choc nervoso ed emotivo. Davanti ai militari Antonio Gaglione, ora in carcere per omicidio e violenza privata aggravata da omofobia, ha confessato ma usando toni e parole choccanti: «Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là (la compagna ndr) che ha “infettato” mia sorella che è stata sempre “normale”».
Semplicemente agghiacciante. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia