Il governo: «Poseidon? Non serve. Ci basta raddoppiare il Tap»

Un gasdotto
Da «inutile e dannoso», ora il gasdotto Tap per il M5s s'eleva persino al rango di opera suscettibile di «raddoppio della portata», da 10 a 20 miliardi...

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Da «inutile e dannoso», ora il gasdotto Tap per il M5s s'eleva persino al rango di opera suscettibile di «raddoppio della portata», da 10 a 20 miliardi di metri cubi di gas annui. Misteri della politica, o meglio: piroette di chi troppo aveva promesso per anni e in campagna elettorale, e poco ora può fare, costretto a misurarsi con la realtà. Che l'infrastruttura con approdo a San Foca sia teoricamente (e come da autorizzazione unica) predisposta per un raddoppio della capacità, è cosa nota. Ma a ricordarlo è stato Davide Crippa, pentastellato e sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico. Più che un post-it è persino un auspicio del governo, o almeno della parte cinque stelle: Crippa spera che il raddoppio di Tap possa stoppare Igi Poseidon, il secondo gasdotto con approdo salentino, per l'esattezza a Otranto. Progetto (la società è per il 50% di Edison e per l'altrà metà della greca Depa) autorizzato nel 2011, cantiere in proroga da avviare entro il 6 giugno di quest'anno, opera fin qui sprovvista di gas, ma ora tratto terminale della direttrice transnazionale EastMed (la materia prima verrà pescata dal bacino di Levante, nell'intersezione tra Cipro e Israele: altri 10 miliardi di metri cubi). Il messaggio è chiaro, il timore è palpabile: i pentastellati, scottati dalle barricate e dal calo di consensi nel Salento, non vogliono cadere nella stessa trappola con un secondo gasdotto. E allora tanto vale raddoppiare la portata del Tap, un tempo «dannoso e inutile».

Le spiegazioni di Crippa hanno una tempistica per niente casuale. Il sottosegretario ha risposto alla Camera a una interrogazione del Pd: proprio in questi giorni era previsto il perfezionamento dell'accordo definitivo tra Italia, Grecia, Cipro e Israele per concretizzare il progetto EastMed da 1.900 chilometri. Il precedente governo aveva sottoscritto un memorandum d'intesa, ora però i cinque stelle vorrebbero rallentare il passo, guadagnare tempo ed eventualmente cestinare il gasdotto bis. «È in corso l'istruttoria del Mise», ha detto Crippa, e in ogni caso «sarà necessario verificare, nel caso risultasse economicamente attuabile, la sostenibilità territoriale e tecnica della realizzazione di un ulteriore gasdotto con arrivo in Puglia, anche in considerazione dei previsti sviluppi del gasdotto Tap». Nelle scorse settimane, il ministro dell'Ambiente Sergio Costa aveva persino accennato a una possibile «riapertura della Valutazione d'impatto ambientale» per Poseidon. Affermazioni che stridono fortemente con il pieno sostegno all'opera garantito da Matteo Salvini.
Il quadro è ancora una volta ingarbugliato. Anche perché il raddoppio della portata del Tap non è al momento all'ordine del giorno, pur teoricamente previsto dall'autorizzazione ministeriale. Anche con i 20 miliardi di metri cubi, impianto e centrale italiana non subirebbero varianti: sarebbe necessaria qualche autorizzazione laterale ed ex novo, come il nulla osta di fattibilità per la prevenzione incendi (l'opera resterebbe invece comunque fuori dal raggio d'azione della Direttiva Seveso). Il punto è tuttavia un altro: prima di abbozzare un raddoppio della portata, Tap e i suoi azionisti vorrebbero incassare la certezza di poter vendere quel gas (gli attuali 10 miliardi invece già saturi in termini contrattuali e di mercato).

E EastMed-Poseidon? A Otranto, chiusa in larga parte con accordi bonari l'acquisizione dei terreni, si sta procedendo con una trentina di espropri per le ultime particelle. Sempre alla Camera, nei giorni scorsi, era stato ascoltato l'ad di Edison Marc Benayoun: «Al progetto Poseidon è collegato il futuro del progetto EastMed: la rotta ha ottenuto lo status di Pci (Progetto di Interesse Comune), la massima priorità strategica europea», «i nostri partner internazionali ed i Governi coinvolti promuovono l'avanzamento del progetto; la Commissione europea ne cofinanzia lo sviluppo per 36,5 milioni. Riteniamo sia importante che venga riaffermata la centralità dell'Italia in questo processo, confermando così i principi sottoscritti nella recente dichiarazione di Nicosia del 29 gennaio. Il gas ha un ruolo centrale anche nella mobilità sostenibile, le lunghe percorrenze, il trasporto pesante e il trasporto marittimo». «L'Italia è davanti ad una scelta strategica fondamentale per il futuro del suo sistema energetico: realizzare direttamente, con guida italiana, una rotta che consenta di migliorare la sicurezza e la competitività delle forniture russe, oppure lasciare che questi benefici siano conseguiti da altri Paesi. Per non perdere questa opportunità strategica, il sostegno istituzionale e l'avvio delle procedure di market test sono quindi urgenti. Anche grazie a tale supporto Poseidon potrà raggiungere le condizioni necessarie ad una decisione finale di investimento entro il 2019, entrando in una nuova fase del progetto». Poi, nel merito del progetto salentino: «Il progetto è pronto a partire: ha già sviluppato un dialogo positivo e costante con i territori ed è stato oggetto di una lunga attività di sviluppo con i partner internazionali. Il gas arriva nel Porto di Otranto dove non c'è mai stata un'opposizione al progetto. Si arriva direttamente in una zona industriale. L'impatto ambientale del gasdotto è zero, è sottoterra». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia