La ricreazione è finita, ma la campanella non l'ha suonata Giuseppe Conte ma ciò che ieri, a margine del vertice di maggioranza, raccontavano coloro che poche...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Regioni, le 8 sfide del 2020. Anche il Pd: basta patti con i grillini
IL FUTURO
Come d'incanto ieri, chissà per quanto, i capi delegazione della maggioranza - convocati da Giuseppe Conte per discutere ancora della manovra di bilancio - (Franceschini, Misiti per il Pd, Di Maio, Fraccaro, Castelli per il M5S, Speranza, De Petrisi per Leu e Bellanova, Marattin per IV), hanno riscoperto un «clima costruttivo» e la voglia di serrare i ranghi. Lo stesso Matteo Renzi, da New York, ha sostenuto che «Giuseppe Conte ha innanzitutto un presente, ovviamente ha anche un futuro» e che va «aiutato da tutti» a fare il presidente del Consiglio. Svanite le ipotesi di esecutivi tecnici o alla Draghi, con davanti il burrone delle elezioni anticipate, i partiti della maggioranza sembrano aver ritrovato per incanto quella coesione evocata da Conte più volte.
D'altra parte tenere in piedi un governo in costante crisi non solo non offre sufficienti garanzie a investitori e mercati, ma risulta inadeguato ad affrontare i problemi del Paese. Il rischio che l'inasprirsi dei toni possa scaricarsi a breve in aula sulla manovra di Bilancio, è fortissimo. Gli inviti del presidente del Consiglio al senso di responsabilità, partono proprio dalla consapevolezza che non basta per garantire la durata dell'esecutivo puntare sulla scarsa voglia della maggior parte dei parlamentari di andare a casa. Ma nel racconto del colloquio con il Capo dello Stato c'è un passaggio che può rendere vana anche la raccolta di firme che si sta facendo al Senato e alla Camera per indire un referendum sul taglio dei parlamentari. Almeno per coloro che intendono la consultazione referendaria come un modo per allungare, comunque e a prescindere, la legislatura sino all'estate del prossimo anno.
Per reggere la legislatura, in modo da arrivare all'elezione del nuovo Capo dello Stato, M5S, Pd, Leu e IV dovranno contare solo sulle proprie gambe sapendo che non ci sono paracadute in caso di crisi. L'iter di approvazione della manovra di bilancio e del decreto fiscale rappresentano un test importante per sondare la tenuta della maggioranza, ma ancor più potrebbe esserlo la modifica della legge elettorale che vede Pd e M5S ancora contrapposti, con i primi che non hanno ancora archiviato il maggioritario, mentre per i grillini - soprattutto dopo la sconfitta in Umbria - esiste solo il proporzionale.
IL TEST
Ma se dopo l'attuale governo c'è solo il voto anticipato, fare quadrato intorno a Conte diventa una sorta di dovere anche per Di Maio e per lo stesso Renzi. Tutti e due hanno bisogno di comprare tempo. Il primo nel tentativo di risollevare le percentuali del Movimento attraverso il buon governo dei ministri grillini. L'ex presidente del Consiglio sarà costretto ad inventarsi nuove modalità per differenziarsi senza mettere a rischio l'esecutivo e scatenare quella parte del Pd che brama le urne tanto più se c'è lo spazio per andare a votare con l'attuale Parlamento. Un'ipotesi, quella del voto subito, che ovviamente piace molto a Matteo Salvini ora impegnato a dare alla Lega, e a tutto il centrodestra, un'immagine più rassicurante. Anche se i toni del leader del Carroccio sono cambiati solo in parte e gli antieuro alla Claudio Borghi restano al loro posto, il riassetto in corso nel centrodestra e la compattezza mostrata, allarmano Conte anche in vista della passaggio nelle commissioni e in aula della manovra di Bilancio sulla quale anche ieri, ha sollecitato «massima compattezza».
Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia