La Corte di assise di Trapani ha condannato all'ergastolo Gianni Melluso (detto il «bello»), per l'omicidio della donna italo elvetica Sabine Maccarrone,...
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L'imputato, uno dei grandi accusatori di Enzo Tortora, è stato tirato in ballo per il delitto da Giuseppe D'Assaro, un pregiudicato che fece e poi ritrattò dichiarazioni sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, di cui si sono perse le tracce a Mazara del Vallo l'1 settembre del 2004.
D'Assaro, per l'omicidio Maccarrone è stato già condannato a 30 anni di carcere. D'Assaro si autoaccusò dell'omicidio e indicò come mandante Gianni Melluso.
«Mi disse di ammazzarla». D'Assaro parla così, nel maggio dello scorso anno, deponendo in Corte di assise a Trapani nell'ambito del processo: «Melluso non mi spiegò però le ragioni ed io non feci domande. In questi casi è meglio non farle».
L'esecutore materiale del delitto ha raccontato di avere accettato e di aver pattuito, come compenso, la cessione di una casa: «In quel periodo volevano ammazzarmi. Avevo bisogno di un appartamento in cui andare a stare. Melluso mi disse che mi avrebbe regalato un'abitazione di proprietà del fratello». Sposato con una zia di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise Pipitone (accusata e poi scagionata per la scomparsa della piccola), D'Assaro aveva stretto amicizia con Melluso, durante la permanenza in carcere. Il movente sarebbe da ricercare nella gelosia, probabilmente Sabine Maccarrone aveva avuto legami con entrambi. Ma i contorni non sono mai stati chiariti. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia