La dieta giapponese può essere un'alternativa alla dieta mediterranea in termini di benefici per la salute ed ha anche dimostrato di ridurre il rischio di insorgenza...
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Alimentazione, mangiamo di più se siamo in compagnia: «Azione legata all'istinto di sopravvivenza»
Dalla dieta dello zodiaco al super food, le “bufale” nel piatto degli italiani
«È ormai assodato che esista un rapporto bidirezionale tra i nostri geni e i nutrienti che assumiamo con la dieta - ha sottolineato Marco Silano, responsabile dell'Unità operativa Alimentazione, nutrizione e salute dell'Istituto Superiore di Sanità - il patrimonio genetico determina la risposta di ciascun individuo ai nutrienti. Parallelamente, gli stessi nutrienti modificano l'espressione dei geni, silenziando alcuni e attivandone altri». È Silvia Migliaccio, segretario generale della Società italiana di Scienza dell'alimentazione, a far notare le similitudini tra i due regimi, con «la presenza di fibre, acidi grassi mono e poli-insaturi, sali minerali e un'elevata quantità di sostanze antiossidanti» che «forniscono all'organismo una protezione contro i processi infiammatori e contro l'invecchiamento cellulare».
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Dieta, mangiare frutta secca è il segreto per non ingrassare: ecco perché
La cucina giapponese non è solo sushi. Tra zuppe di miso e soia, tra i suoi ingredienti ci sono molti prodotti vegetali. «La peculiarità della nostra alimentazione è parte della nostra identità culturale», ha spiegato Akihiko Uchikawa, vicecapo missione dell'ambasciata del Giappone in Italia. Non solo. La dieta giapponese riduce anche il rischio di tumore alla prostata. A dirlo è uno studio pubblicato dai ricercatori del Children's Hospital Medical Center di Cincinnati sulla rivista scientifica Biology and Reproduction. I benefici di questo regime alimentare sulla prevenzione del cancro della prostata sono dati dalla produzione di una molecola chiamata Equol che viene prodotta dall'intestino quando digerisce la soia e che sarebbe in grado di bloccare l'azione di un ormone maschile, il Dht, che è collegato all'ipertrofia prostatica e al tumore.
Secondo alcuni studiosi del dipartimento di Epidemiologia della Columbia University, inoltre, la «dieta del Sol Levante», povera di grassi, anche dopo l'accertamento del tumore, può influire sul decorso del tumore prostatico. Secondo i dati presentati nel corso dell'incontro, il tumore alla prostata ha un'incidenza maggiore nei Paesi occidentali (ad esempio, è del 40% negli Stati Uniti), mentre in Giappone, i numeri si attestano su un'incidenza del 10%. «Investire sulla prevenzione è l'arma che abbiamo contro i tumori. Una dieta povera di grassi ma ricca di nutrienti permette non solo di evitarne l'insorgenza ma anche di aumentare la rispondenza alle terapie e di evitare le recidive», ha commentato la senatrice Maria Domenica Castellone (M5s).
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Quotidiano Di Puglia