Luigi Di Maio invita i 5 Stelle a serrare le fila in vista dei prossimi gravosi impegni che attendono il governo in questo inizio 2020. In particolare il leader M5S fa...
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Paragone espulso. Paragone ha votato contro la legge di Bilancio e si era astenuto nel voto di fiducia al Governo Conte II. Da tempo non risparmiava critiche ai vertici del Movimento 5 Stelle. Con questa espulsione si assottigliano dunque i numeri del Movimento 5 Stelle al Senato. Solo il mese scorso tre senatori Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi sono passati alla Lega. E esattamente un anno fa venivano espulsi i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis per «reiterate violazioni dello statuto» mentre a giugno era stata espulsa la senatrice Paola Nugnes. A settembre la senatrice del M5s Gelsomina Vono aveva aderito al gruppo Italia Viva mentre a novembre del 2019 la senatrice Elena Fattori era passato al gruppo Misto. La situazione a Palazzo Madama è quindi sempre più precaria e nelle prossime settimane non si escludono altri addii nelle file pentastellate.
Paragone: «Sono stato espulso dal nulla». «Sono stato espulso dal nulla. Quando perdi 2 elettori su 3 ti espelle il nulla. Sono uno dei tanti elettori espulsi dal Movimento di Palazzo». Così Gianluigi Paragone: «Sono stato espulso dal nulla. C'era una volta il 33%....ora..», scrive sulla carta intestata del Senato, in un messaggio scritto a penna. La foto è stata pubblicata su Facebook.
Di Maio: rischio restaurazione 2.0. «Veniamo da anni in cui il Movimento è cresciuto. Ora gli anni '20 dovremo essere determinanti per le politiche pubbliche del governo. Senza il Movimento aboliranno il reddito di cittadinanza, si ridaranno le pensioni d'oro. Senza di noi avremo una restaurazione 2.0».
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Di Maio insiste sul tema Autostrade
L'altro tema è che il percorso per la revoca delle concessioni ad Autostrade ormai è avviato. Parlando in diretta su Facebook, il capo politico del M5s sottolinea che «nel milleproproghe abbiamo inserito la norma sulle concessioni autostradali. Questo decreto dice finalmente che si avvia un percorso per alcune infrastrutture che ci permette di revocare le concessioni ai Benetton» i quali, ha sottolineato, «è giusto che perdano profitti».Arturo Scotto (Mdp) aggredito a Venezia da neofascisti: «Inneggiavano al Duce»
L'avvio della procedura di revoca spetta di fatto al Mit, che - con una lettera ai concessionari, in questo caso Aspi - aprirebbe una fase di contraddittorio al termine della quale decidere sull'effettiva decadenza del contratto, da sigillare con un decreto interministeriale Infrastrutture-Mef. Al di là delle technicality e della norma del Milleproroghe che permette il conferimento ad Anas della gestione temporanea dei tratti interessati dalla revoca, l'intenzione di Di Maio sembra comunque essere più che esplicita. Ribadita peraltro dal M5S, che porta ad esempio il caso Spagna come utile precedente: da oggi alcune concessioni di Abertis (controllata proprio da Atlantia), scrive il Movimento sul suo blog, non sono state rinnovate, con il passaggio in mano pubblica della gestione di alcune superstrade e autostrade.
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