MARTELLAGO - Tragico “colpo di coda” del Coronavirus. Quando sembrava che ormai il peggio fosse passato e i lutti fossero finiti e alle spalle, il comune di...
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L’ottantaquattrenne, infatti, ha iniziato a manifestare i primi e consueti sintomi tra fine aprile e inizio maggio, periodo in cui il consorte, Marco Grandesso, che lei andava regolarmente a trovare, era ricoverato (e lo è tuttora) per altri problemi di salute presso l’ospedale di comunità di Noale. Proprio in quei giorni, come si ricorderà, nella lungodegenza del nosocomio noalese era scoppiato un focolaio e, tra i vari sanitari e pazienti colpiti, rimase contagiato anche Grandesso, che tuttavia è riuscito a superare il coronavirus.
BATTAGLIA DURISSIMA
Sua moglie, invece, non ce l’ha fatta. «Mia mamma, una volta risultata positiva al tampone, è stata ricoverata all’ospedale di Dolo e ha combattuto una battaglia durissima - continua la figlia Monica - E’ rimasta a lungo in terapia intensiva, poi i medici hanno provato a spostarla in Pneumologia e cercato di stimolarne le funzioni respiratorie: sembrava potesse farcela, ma alla fine il suo corpo, il suo fisico, hanno ceduto».
Originaria del centro storico di Venezia, Antonietta Lorenzini si era trasferita a Mestre e poi a Maerne, dove risiedeva da tanti anni, nella centralissima piazza IV Novembre, e dove era molto conosciuta e stimata (e non solo in paese), anche per la sua attività imprenditoriale. Nel lontano 1967, infatti, con il marito aveva fondato la Seristampa, un’azienda con sede in via Negrelli a Spinea diventata presto, e ancora adesso, leader nel settore della stampa serigrafia e che oggi opera anche a livello internazionale con continue innovazioni di tecniche e materiali, realizzando da alcuni mesi - fatalità - anche una linea di prodotti ad hoc, Coronavisual, collegati all’emergenza sanitaria.
OGNI MATTINA IN UFFICIO
Era ancora lei la rappresentante legale della ditta e non solo pro forma, perché continuava regolarmente a lavorarvi, puntuale tutte le mattine nel suo ufficio, fianco a fianco del consorte e dei tre figli che la portano avanti. «Mia madre ha dedicato tutta la sua esistenza al lavoro, all’impresa che ha creato assieme a mio padre, alla sua famiglia e, da ultimo, ai suoi amati nipoti - la piange commossa la figlia Monica - Era indipendente in tutto, aveva la sua vita, la sua casa, le sue passioni. Era una persona splendida, stupenda, generosa, umana, altruista, vivace, vitale e piena di forza e di energia: purtroppo non è bastato. Non riusciamo ancora a capacitarci di averla perduta così». Antonietta Lorenzini lascia il marito Marco Grandesso, i figli Manuela, Monica e Sandro, quattro nipoti, anche due pronipoti e due sorelle. I funerali, molto partecipati, sono stati celebrati sabato mattina in chiesa a Maerne: dopo il rito funebre le sue spoglie sono state sepolte nel vicino cimitero di Scorzè. E ieri il bollettino di Azienda Zero non ha registrato variazioni nel Veneziano: nessun nuovo contagio e nessun decesso. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia