Quarta udienza del processo Fortuna Loffredo. Sarà il giorno della testimonianza di Mimma Guardato, che poco prima di entrare in aula ha dichiarato: «Sono pronta ad...
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Sara davvero un'altra dura giornata per la mamma della piccola perché è stato sentito il medico legale, un ginecologo che per primo accertò gli abusi sessuali subiti da Fortuna Loffredo, scaraventata nel vuoto dall'edificio 3 delle case popolato IACP del parco Verde.
Un racconto dell'orrore quello del dott. Attilio Mazzei, specialista su abusi e malatrattamentinsu minori, che ha visitato la figlia più piccola di Marianna Fabozzi, ospite della casa famiglia "L'isola dei marmocchi". Il primo teste è stato un carabiniere della tenenza di Caivano.
«Fortuna subiva violenze e abusi da circa un anno». Una testimonianza choc quella del dott. Giuseppe Saggese il ginecologo incaricato dalla Procura di Napoli Nord di effettuare la perizia ginecologica sul corpo di Chicca.«Ho quarantasei anni di attività - ha detto con commozione il medico - e non ho mai visto uno scempio tale su una bambina, e noi periti intendiamo abusi tutt'e quello che penetra nel corpo di una vittima. Per le violenze subite, Fortuna soffriva di incontinenza fecale».
Sotto queste parole Raimondo Caputo sembra barcollare, poi si siede ranicchiandosi. Marianna Fabozzi. Invece, ha voltato la testa verso il pubblico, con la solita espressione, una faccia di pietra, che non lascia trasparire alcuna emozione, poi chiede di uscire dalla'aula.
Nel corso della testimonianza del ginecologo,Giuseppe Saggese, l'avvocato Angelo Pisani ha accusato un lieve malore, sconvolto per quanto di orribile raccontato dal perito. Prima di una breve sospensione dell'udienza, è stato ascoltato Giuseppe Vallone, perito informatico incaricato di analizzare il cellulare della prima figlia di Marianna Fabozzi, la principale accusatrice di Raimondo Caputo. All'attenzione e della corte il tecnico ha illustrato un video nel quale si vede Raimondo Caputo steso per terra in cucina, circondati dalle figlie della convivente danzare intorno a lui.
È nei disegni, e non nelle parole, che non poteva pronunciare «perché condizionata dalla famiglia», la verità su Fortuna. Emerge dell'interrogatorio reso oggi - tra pause di commozione e qualche lacrima - dalla psicologa Rosa Castelluccio (che ha affiancato gli inquirenti durante le indagini), nella quarta udienza del processo sull'omicidio di Fortuna, in corso nell'aula 116 del Tribunale di Napoli. La psicologa parla degli incontri avuti con le figlie di Marianna Fabozzi, imputata con Raimondo Caputo nel procedimento penale sulla morte della bambina. Una delle bambine, l'amichetta del cuore di Fortuna, venne ascoltata il giorno stesso della tragedia nella caserma dei carabinieri di Casoria ( Napoli). Lì disegnò Fortuna, che ballava, in presenza di un adulto, e poi una tomba, benché poco prima avesse riferito di non sapere la sorte subita dalla sua amica. Anche nei disegni che farà successivamente emerge il disagio.
Disagio, in particolare, che si manifesta quando raffigura occhi grandi, senza pupille, che secondo la psicologa denotano un vissuto sessuale inconfessabile. Raccapriccianti i particolari che la psicologa riferisce appresi dalle figlie della Fabozzi, durante gli incontri protetti, riguardo i luoghi, le modalità e le circostanze sia delle violenze sessuali che dei momenti antecedenti la morte di Fortuna. Giochi sessuali ma anche minacce quando, secondo quanto riferì la bambina, Raimondo Caputo le disse che le avrebbe fatto fare la stessa fine di Chicca.
Pietro Loffredo, padre della piccola Fortuna, è stato cacciato dall'aula 116 del Tribunale mentre veniva ascoltata Domenica Guardato, madre di Fortuna. L'uomo è intervenuto urlando: «Bugiarda», mentre Domenica Guardato, detta Mimma, parlava del suo rapporto con l'ex Pietro e del rapporto di quest'ultimo con la figlia.
«Quando è nata diceva che la bambina non era sua figlia», ha detto Mimma Guardato scatenando la reazione di Pietro Loffredo, che già in un'udienza precedente era stato ammonito dal giudice. Dopo l'allontanamento dall'aula di Pietro Loffredo, la madre di Fortuna ha proseguito spiegando che, dopo l'arresto dell'uomo nel 2009 per reati minori, i rapporti tra loro si sono «normalizzati»
«Mia figlia parlava ma non ha mai detto niente a me, alle maestre, alle assistenti sociali. Mi ha solo parlato di bruciori, davanti, e andammo dalla dottoressa che mi diede della pomata senza visitarla: io non credo alle violenze sessuali. L'unico errore fatto è stato non nominare un perito quando è stata fatta l'autopsia» ha detto Domenica Guardato.
«Mia figlia non mi ha mai detto assolutamente niente. Io non mi sono mai accorta di nulla, ma non ha mai detto niente a me, né a mia sorella, né alle maestre a scuola» hja ribadito Domenica, detta Mimma Ed ha aggiunto: «Chicca era una bambina che parlava e nonostante questo non ha mai parlato di violenze».
La bimba però manifestava diversi segnali, primo fra tutti irrequietezza e disattenzione a scuola segnalate dalle maestre.
Con l'interrogatorio di Vincenzo Dello Iacono, il suocero Vincenzo Mucci, l'uomo che per primo ha soccorso Fortuna, si è conclusa l'udienza. Dello Iacono, ha riferito, rispondendo ai pm, di avere sentito il tonfo provocato dall'impatto con il suolo della piccola Fortuna. «Stavo pulendo una finestra, ho sentito questo rumore e mi sono affacciato - ha detto Dello Iacono - credevo fosse una bambola, e l'ho pure detto a mio genero. Poi un altro mio genero mi ha detto che era Chicca».
«Salvatore (un suo genero, ndr) l'ha poi soccorsa facendosi accompagnare in ospedale, in auto, da una signora». Al termine della deposizione di Dello Iacono, è stata fissata la successiva udienza, alle 11 del prossimo 20 dicembre. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia