«Noi proteggemo Roma». Così parlavano i Casamonica. Il clan che da anni gestisce parte della malavita romana aveva creato una sorta di struttura orizzontale la...
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Il procuratore Michele Prestipino, il direttore centrale Anticrimine, Francesco Messina, e il questore di Roma, Carmine Esposito hanno illustrato la maxi-operazione.
Vincolo familiare. «Si tratta di un'organizzazione con una »struttura orizzontale la cui forza è dettata dall'appartenenza alla famiglia Casamonica». Lo scrive il gip Zsuzsa Mendola nell'ordinanza cautelare di 467 pagine.
«L'operazione è importante non soltanto per l'aspetto repressivo in quanto tale perché colpiamo il gruppo mafioso dei Casamonica, noti a Roma da tempo e che avevano colonizzato la parte Sud-Est della Capitale e in parte anche i Castelli». Così Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia. «A parte l'aspetto repressivo puro, che ha portato alla contestazione del 416 bis per questi soggetti considerati come appartenenti a un clan di mafia locale, c'è un aspetto importante che è quello patrimoniale perché abbiamo per la prima volta utilizzato un modello operativo che prevede anche l'intervento della Divisione anticrimine accanto alla Squadra mobile e quindi del Servizio Centrale anticrimine accanto allo Sco», ha chiarito il direttore centrale anticrimine della Polizia.
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«Abbiamo eseguito un sequestro per un ammontare di 20 milioni di euro grazie a una misura di prevenzione irrogata dal giudice competente su proposta congiunta del questore e del procuratore di Roma - ha spiegato Messina - C'è un modello operativo nuovo in questa operazione, è la prima volta che si agisce con una proposta congiunta e un sequestro congiunto a Roma».
Le intercettazioni. «Perché i Casamonica proteggono Roma, invece hanno stufato, i napoletani vonno entrà, la camorravò entrà a Roma e i calabresi vonno entrà a Roma, je dà fastidio perché noi proteggemo Roma».
Quotidiano Di Puglia