PADOVA - Gente arrivata in treno fin dalla Sicilia, molti dal Nord Italia neo-laureati, operai 50enni espulsi dal lavoro, tutti verso un unico obiettivo: il 'Job Day'...
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La "Antonio Carraro" di Campodarsego, 380 dipendenti, leader mondiale nella produzione di trattori compatti per l'agricoltura specializzata e per il settore civile, 65% del fatturato realizzato all'estero, ha effettuato investimenti per inserire nuovi robot alla catena di montaggio, e aveva urgenza di trovare manodopera specializzata che li faccia funzionare. Per questo, è alla ricerca di 70 nuovi addetti, tra operai, tecnici e ingegneri. «Incredibile che non si riesca a trovarli» aveva commentato pochi giorni fa Liliana Carraro, responsabile relazioni esterne, confermando le difficoltà nel reperire i profili richiesti. Non si tratta di lavoro "somministrato" da altri, ma di contratti a tempo indeterminato, terzo livello, con una retribuzione di 1.590 euro lordi mensili.
E infatti adesso la risposta è arrivata, persino oltre il previsto. Al 'Job Day', sabato 16 dicembre, c'era gente in coda fuori dei cancelli dell'azienda. In quattro ore sono stati quasi 300 i curriculum presentati dagli aspiranti operai e tecnici, ai tavoli dove si sono svolti i colloqui conoscitivi. L'azienda, che conta di chiudere il 2017 con un fatturato di 90 milioni di euro, stilerà ora un elenco dei candidati e poi farà le scelte. «Confermo che assumeremo prima in prova e poi a tempo determinato» ha chiarito Liliana Carraro. Scettico tuttavia il sindacato, in particolare la Fiom Cgil, che giudica positivamente la prospettiva di crescita, non altrettanto che l'azienda abbia disdetto nel febbraio 2017 gli accordi di secondo livello, e lamenta che nella gestione della crisi non si sia tentato, anzichè il 'Job Day', di ricollocare in un'azienda che cercava personale gli operai usciti invece dalle fabbriche in crisi del territorio. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia